IL FATTO
Oscurato il sito di Ferrara Arte da messaggi inneggianti all’Isis. Probabile goliardata
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Un messaggio delirante che inneggia all’Isis. Preso di mira è il sito di Ferrara Arte, la Fondazione costituita dal Comune e dalla Provincia di Ferrara con lo scopo di organizzare mostre in collaborazione con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Questo è il messaggio comparso per poco più di un giorno sul sito (www.ferraraarte.it). Il testo originale è in lingua inglese.
Hacked By SaMi ChiChirovo
The iSLamiC State is Coming inshallah!
I’m Muslim and I Love #ISIS
Fuck USA , Israel , Shiaa , and all who hate ISLAMIC STATE
Palestine will Be Free #inshallah
Greetz to : Poti_Sad_Dz / Le Prince Amir / Prodigy -Tn / MOodyPL / Moh Ooasiic / Zaki / My PC 😀
Hackerato da SaMi ChiChirovo.
Lo Stato Islamico sta arrivando se dio vuole!
Sono musulmano e amo l’Isis.
Vaff****** Usa, Israele, gli Sciiti e tutti quelli che odiano lo Stato Islamico.
La Palestina sarà libera se dio vuole.
Grazie a: Poti_Sad_Dz / Le Prince Amir / Prodigy -Tn / MOodyPL / Moh Ooasiic / Zaki / My PC 😀
Una scoperta inaspettata e inquietante fatta casualmente. Ma si tratta verosimilmente di una bravata. Si moltiplicano infatti in queste settimane i fenomeni di emulazione, sull’onda emotiva generata dall’allarme destato dalle azioni dell’Isis.
Durante una ricerca on line ci siamo trovati davanti a una pagina con sfondo nero, sulla quale campeggiava un fotomontaggio in bianco e nero. Si tratta della famosa immagine del fotografo di guerra ucraino Evgenij Chaldej, che immortala l’istante in cui un soldato dell’Armata Rossa issa la Bandiera dell’Unione Sovietica su una delle torri del Reichstag berlinese distrutto dai bombardamenti. In questo fotomontaggio i soldati hanno il capo fasciato e issano la bandiera dell’Isis, con la scritta “Non vi è altro Dio all’infuori di Allah e Muhammad è il Suo Messaggero”.
Il nome del presunto hacker, rimanda a tre pagine Facebook.
Un profilo aperto il primo aprile dove la foto di copertina reca la scritta: mangia, dormi, attacca, la vita di Sami ChiChirovo. Nella foto del profilo c’è un uomo con un passamontagna nero con lo stemma dell’Isis ed un fucile in spalla.
Un altro è quello di Sami Drif, che specifica di non essere un hacker, ma riporta la notizia degli ultimi attacchi hacker di questi giorni, tra cui uno simile a quello di Ferrara Arte.
Il terzo è quello di un gruppo chiuso che conta 1100 membri e porta il suo nome, e la cui foto di copertina reca la scritta: AnonGhost sotto ad un fotomontaggio di un volto metà teschio e metà maschera di Anonymous. L’amministratore del gruppo è proprio Sami Drif.
Può essere l’azione di un mitomane in cerca di visibilità, la bravata di un cervellone informatico, che per mostrare la sua abilità sceglie a caso siti che è facile sabotare al di là di quello che rappresentano, per poi vantarsene sui social network. E’ questa al momento l’ipotesi più accreditata.
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La scelta di pubblicare questa notizia non è stata compiuta con leggerezza. La decisione è stata attentamente soppesata, valutando quali sarebbero stati gli effetti, in un caso e nell’altro. C’è una responsabilità nel diffondere e una nell’omettere. E questo è il tipico caso in cui pro e contro si mescolano e si confondono.
Ma il fatto si è consumato in una pubblica piazza, sia pure virtuale: quella del web. Chiunque ha potuto o avrebbe potuto accorgersene. Tacere può essere inteso come segnale di paura. Riteniamo priva di qualsiasi implicazione e del tutto casuale la presenza di questo folle messaggio sul sito di Ferrara Arte, peraltro un sito frequentato più da addetti ai lavori che dal vasto pubblico. Ma se anche, per assurdo, fosse vero il contrario e il messaggio sottintendesse un’insidia o una minaccia, non è tacendo che la si sventa o la si depotenzia.
Le forze dell’ordine stanno indagando. Prevale l’idea che si tratti di una goliardata ad opera di personaggi in cerca di popolarità.
Ma i giornali hanno comunque il dovere di informare l’opinione pubblica nel rispetto del principio della libertà. Il clima che si sta creando a seguito delle efferatezze perpetrate da Isis e delle loro minacce va affrontato a testa alta. E senza paura. Come giustamente si sostiene quando ci si riferisce alla mafia, il silenzio è sempre un segnale di resa.
Il lettore ha il diritto di sapere e valutare in autonomia, senza censure preventive. E gli operatori dell’informazione hanno il dovere di salvaguardare questo diritto.
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Redazione di Periscopio
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