Nell’ambito di un rimpasto di governo, ieri, il premier indiano, Narendra Modi, ha istituito un dicastero che avrà il compito di promuovere le pratiche ascetiche e meditative e le medicine tradizionali, in particolare Ayurveda, Yoga, Unani, Siddha e Omeopatia (si chiamerà Ministero dell’AYUSH). È la prima volta che un tipo di medicina ascetica e non tradizionale copre un ruolo ministeriale indipendente dalla Sanità pubblica. E poteva accadere solo in India.
Modi, vegetariano e salutista, pratica lo yoga da sempre, ogni giorno al su risveglio alle 4h30, e vorrebbe che il mondo intero riconoscesse il valore di questa pratica. A settembre scorso, aveva persino chiesto all’Onu di considerare la proclamazione di una ‘giornata mondiale dello yoga’. In occasione dell’incontro con Obama, durante il viaggio in America, il presidente indiano ha vantato con lui i meriti di questa disciplina indiana tradizionale. Intervenendo domenica scorsa in occasione del congresso mondiale dell’ayurvedica, medicina tradizionale praticata in India, il primo ministro ha dichiarato: “lo yoga ha acquisito un riconoscimento mondiale per coloro che vogliono vivere senza stress e scelgono di avere un approccio olistico della salute (…) La medicina ayurvedica porterà agli stessi risultati se sarà presentata in modo corretto come stile di vita”. Per la gioia dei milioni di praticanti lo yoga nel mondo.
Ayurveda: medicina tradizionale utilizzata in India fin dall’antichità.
Yoga: pratiche ascetiche e meditative. Nel linguaggio corrente, s’intende un insieme di attività che spesso poco hanno a che fare con lo Yoga tradizionale, che comprendono ginnastiche del corpo e della respirazione, discipline psicofisiche finalizzate a meditazione o a rilassamento.
Unani: forma di medicina tradizionale praticata nei paesi mediorientali e del sud asiatico.
Sidda: termine sanscrito che significa «realizzato, ottenuto o perfetto». Secondo la filosofia indiana, il Siddha è colui che ha raggiunto la perfezione.
Omeopatia: medicina naturale, non convenzionale.
Principali tipi di Yoga
Lo yoga, come tutte le discipline di ricerca di sé stessi, dovrebbe iniziare con un rituale, preciso e sempre uguale, che “circoscrive” e focalizza le energie positive, crea uno spazio “sacro” in cui il praticante può liberamente muoversi, “sacralizzando” così tutto ciò che esegue. Anche i grandi saggi di tutte le tradizioni iniziatiche insegnano che uno spazio è sacro, nel momento in cui è dichiarato tale. Praticando yoga in una stanza è importante cambiare l’aria e accendere un bastoncino d’incenso. Si può mettere una ciotola d’acqua ai quattro lati, per purificare le quattro porte della vita: i punti cardinali. Ci si rivolge al Cielo sopra di noi e alla Terra sotto che sostiene, poi al Sud, all’Ovest, al Nord e all’Est, con la coscienza che a Est sorge il sole, quindi è da quel punto che inizia la nascita dell’adepto e il suo conseguente cammino verso la conoscenza.
Ci sono vari tipi di Yoga:
Il Karma Yoga, lo yoga dell’azione, si fonda sul servizio disinteressato: il praticante si dedica ad agire senza aspettarsi il frutto delle proprie azioni, ovvero agisce per il bene comune, per migliorare l’ambiente intorno a sé e aiutare il prossimo senza fini egoistici.
Il Jinana Yoga, lo yoga della conoscenza, si è sviluppato attorno allo studio sistematico delle scritture antiche legate allo yoga.
Il Bhakti Yoga, lo yoga della devozione, si sviluppa attorno alle pratiche appunto “devozionali”. La devozione è l’emozione che si sperimenta quando il nostro cuore comincia a battere con il ritmo dell’Amore Incondizionato.
L’Hata Yoga, forse il più conosciuto, in quanto si sviluppa intorno alle asana, le posizioni, e alle tecniche di respirazione, pranayama. Oggi è spesso praticato in modo semplificato nelle palestre ma anticamente comprendeva esercizi anche estremi volti a provocare un radicale cambiamento nella fisiologia corporea per portare la mente verso stati di coscienza particolari.
Il Raja Yoga, lo yoga regale, è il processo meditativo con tutte le sue parti e diversi yogi nel corso dei secoli si sono dedicati e si dedicano a questo modo di praticare, ritirandosi sulle montagne e nelle foreste in isolamento per potersi dedicare totalmente alla meditazione.
Il Laya Yoga, la pratica del riassorbimento: attraverso particolari tecniche meditative, si apprende a riassorbire la mente nei livelli più interni dell’esistenza individuale favorendo l’espansione della coscienza.
Il Nada Yoga, lo yoga del suono, attraverso il quale si può raggiungere uno sviluppo della propria coscienza.
Il Svara Yoga, si basa sulla consapevolezza del flusso del respiro attraverso le narici e ha lo scopo di guidare il praticante nel compiere le varie attività della vita quotidiana in modo che siano sincronizzate con il flusso dell’energia vitale.
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Simonetta Sandri
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