IL FATTO
Il sindaco Paron: “Richieste infondate, la famiglia Zaniboni non ha diritto a risarcimenti per il sisma”
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“Un sindaco ha il dovere di tutelare il Comune da richieste infondate e negare i contributi non dovuti”. Così Barbara Paron, primo cittadino di Vigarano Mainarda replica alla denuncia della famiglia Zaniboni, [leggi] che lamenta di essere stata discriminata nella gestione dei fondi assegnati per la ricostruzione post-sisma. La loro casa, infatti, classificata ‘E’ all’epoca del terremoto, con conseguente ordinanza di sgombero, è stata recentemente riclassificata come ‘A’: i tecnici comunali, cioè, hanno convertito la certificazione di inagibilità del 2012 in una di abitabilità senza che alcun intervento sia stato fatto. “Nell’emergenza del terremoto le cose si sono fatte in fretta, con l’ausilio di tanti volontari – spiega il sindaco – dando priorità alla sicurezza, nel dubbio si è preferito escludere rischi ed essere restrittivi”.
Da ‘E’ ad ‘A’, cioè da massimo rischio a nessun rischio, è un bel salto però…
Io mi fido dei nostri tecnici comunali. I proprietari hanno tentato di forzare la mano, cercando di convincerli che la casa era inagibile e che andava mantenuta la classe ‘E’. Ma loro assicurano che non ci sono problemi di natura strutturale in quell’abitazione.
I periti interpellati dalla famiglia Zaniboni però dicono il contrario, lo sa?
Ne hanno cambiati tanti di tecnici e avvocati in questo periodo. E’ da agosto che li riceviamo e li ascoltiamo. Abbiamo dedicato loro tanto tempo. Sono venuti con i periti, con il legale, abbiamo avuto molti incontri, ma si sono sempre comportati in modo ostile.
C’è però un documento particolarmente significativo: è la perizia giurata dell’autorevole architetto Gatti, che fra l’altro è consulente del Tribunale di Perugia: lui non ha dubbi e conferma che la casa è a rischio, che i danni sono strutturali e che la corretta classificazione è la ‘E’. Che ne pensa?
Noi questa perizia non l’abbiamo mai ricevuta.
Strano. Sta dicendo però che se gliela presentassero ora sarebbe disponibile a rivedere l’ordinanza?
Ho sempre detto: ‘non un euro di più, non uno di meno di ciò che è dovuto’. Noi siamo sempre stati aperti al dialogo e disponibili alla ricerca di una soluzione, loro hanno preferito percorrere altre vie, si sono rivolti al Tar. La strada ormai è segnata.
Quindi non offre alla famiglia Zaniboni alcuna disponibilità a rivedere la questione e considerare un risarcimento danni?
Quel che c’era da fare l’abbiamo fatto. Per noi la pratica è chiusa. La procedura seguirà il suo corso.
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Sergio Gessi
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