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Il duce resta cittadino onorario di Ravenna col voto del Pd

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Il cavalier Benito Mussolini resta cittadino onorario della rossa Ravenna. Nei giorni scorsi la richiesta di cancellazione dell’atto è stata respinta da una commissione del Consiglio comunale. Tutti contrari ad eccezione di Sel, Movimento 5 stelle e della lista civica “Per Ravenna” il cui capogruppo, Alvaro Ancisi, aveva avanzato la proposta, chiedendo di revocare al duce e a due altri esponenti fascisti (il prefetto Eugenio De Carlo e il ministro Stefano Giuriati) il titolo di cittadini onorari, concesso loro durante il Ventennio. Contrario al provvedimento di revoca anche il Pd.

I bene informati riferiscono che la maggioranza temeva una manovra strumentale. Ancisi – vecchio democristiano anticomunista ma, a quanto pare, anche antifascista! – avrebbe in realtà agito con scopi non dichiarati, ordendo un tranello. L’ok alla ‘destituzione’ del duce si sarebbe trasformato, secondo il presunto piano, in una sorta di grimaldello: aperta la breccia la si sarebbe sfruttata per cercare di abbattere figure storiche dell’epopea comunista celebrate nella toponomastica cittadina.

Un’evenienza avversata dal governo cittadino che, per cautelarsi, ha da tempo blindando le attribuzioni con un regolamento comunale che impedisce modifiche a posteriori. Una normativa che si sarebbe dovuta cambiare anche nel caso in cui si fosse approvata la proposta relativa al duce.

Così l’istanza, per evitare ogni imbarazzo futuro, è stata bocciata dalla maggioranza che fa capo al Pd, con la discutibile giustificazione che la cancellazione della cittadinanza a Mussolini sarebbe equivalsa a una “operazione di revisionismo storico”. Insomma, una perniciosa arrampicata sugli specchi dall’effetto paradossale: stavolta per salvare il bambino (il pantheon di famiglia) si tiene anche l’acqua sporca…

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Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada


PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)