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Nella sua ultima conferenza stampa, Draghi conferma una volta di più la sua disonestà intellettuale attribuendo strumentalmente tutta la colpa del peggioramento della situazione emergenziale ai non vaccinati.
E così, mentre altri Paesi stanno iniziando a riflettere sulla poca efficacia delle soluzioni finora adottate e riconsiderano l’opportunità d’accantonare il green pass per concentrarsi su strumenti più proficui e al contempo meno discriminatori, da noi i no-vax diventano ufficialmente il capro espiatorio per eccellenza di tutti i guai presenti e futuri, e per l’ennesima volta vengono confermati come l‘unico e definitivo bersaglio da individuare e colpire.

Poco importa che, nell’incontro con la stampa, ai giornalisti non sia stato consentito di fare domande di alcun genere (cosa abbastanza inusuale se non proprio assurda per una conferenza stampa). La cosa che invece alle persone con un minimo di senso critico doveva apparire subito evidente è stata la palese mancata assunzione di responsabilità di Draghi riguardo all’andamento fallimentare della sua politica emergenziale.
Dunque la colpa è di quel dieci per cento della popolazione, o giù di lì, che non si è ancora vaccinato. Pensare che gli altri Paesi fuori dei nostri confini hanno percentuali di non vaccinati ben superiori alla nostra, eppure, considerato l’andamento preoccupante di questa ennesima ondata di contagi, non sembra se la stiano passando tanto peggio di noi.

In questi due anni di pandemia quali interventi concreti ha realizzato questo governo dei “migliori”?
Dove sono tutti quegli interventi strutturali che si sarebbero dovuti fare approfittando della provvisoria assenza delle zavorre contabili imposte dall’Ue?
Perché non sono stati ampliati i reparti, perché non sono stati acquistati nuovi macchinari specialistici, perché non sono stati aumentati i posti letto negli ospedali?
Perché non è stato assunto nuovo personale medico e paramedico? E’ nota la disperazione di medici e paramedici costretti a doppi e tripli turni per turare le falle.
Perché non sono stati impostati nuovi protocolli per l’assistenza e le cure domiciliari dei malati che evitassero aggravamenti della salute e i conseguenti ricoveri? E perché al riguardo non sono stati istruiti i medici di base?
Riassumendo, perché, in un momento emergenziale così stringente, la sanità e rimasta all’ultimo posto della spesa pubblica?

E riguardo ai trasporti pubblici, perché non aumentare il parco veicoli urbani ed extraurbani per frazionare il numero dei passeggeri su più corse ed evitare l’affollamento sui mezzi?
E per la scuola, perché non destinare edifici pubblici all’uso di nuove scuole e istituti per diminuire il numero di studenti per aula? E in proposito perché non procedere con nuove assunzioni di personale docente?
Sono solo alcuni esempi che potevano alleggerire se non evitare del tutto l’impatto drammatico di nuove ondate di contagi ampiamente prevedibili, dato che i vaccini destinati al Covid, se si fosse dato retta fin da subito a coloro che ne mettevano in dubbio l’efficacia, non potevano mantenere la promessa della tanto attesa immunità di gregge.

Ma, come sappiamo, si è preferito puntare solo e soltanto sulle vaccinazioni e basta.
A oltranza, prima una dose e poi due, e adesso la terza (e la quarta, e la quinta, e poi ancora quante?). E ogni volta con dichiarazioni ufficiali puntualmente disattese dai fatti.

Prima l’immunità di gregge. Poi l’immunità individuale a tempo. Poi il tempo che s’accorcia e si dimezza. Poi l’immunità che non c’è più ma diventa una protezione dalle forme gravi della malattia. Poi la protezione che non è garantita a tutti ma alla maggior parte.
Quali altre novità al ribasso ci riserverà il futuro prossimo venturo di questi vaccini tutt’altro che miracolosi?

La ricerca farmaceutica non si fermi e vada avanti, ovviamente.
Ma c’è un aspetto che in questo ambito andrebbe almeno riconsiderato: il problema dei brevetti.
Per quale motivo affidare ricerca e produzione del vaccino ad aziende private finanziandole con denaro pubblico e permettere che queste ne depositino i brevetti a loro esclusivo vantaggio?
Perché la politica, anche in un momento così eccezionale e senza precedenti come questo, ha dimostrato tanta debolezza e insipienza davanti al potere contrattuale delle multinazionali?

E’ abbastanza normale – prevedibilissimo – che davanti a una situazione contraddittoria come questa, sorgano molte elucubrazioni tra chi è abituato a non fidarsi del sistema. Soprattutto quando l’informazione ufficiale non si è dimostrata affatto limpida e imparziale.
Ed è del tutto naturale che nella gente possano nascere ragionevoli dubbi e perplessità. E anche, perché no, macchinose congetture, alcune decisamente fantasiose.
Ma che importa? Ci pensano i media mainstream a mettere a posto le cose e a far passare tutto ciò che non ha la grazia dell’ufficialità delle istituzioni come inattendibile e privo di fondamento.
Del resto, a Draghi basta dire che la colpa è dei no-vax, i perfidi untori del XXI secolo, per far tutti contenti.
Il successo è assicurato… ma anche no.

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Carlo Tassi

Ferrarese classe 1964, disegna e scrive per dare un senso alla sua vita. Adora i fumetti, la musica prog e gli animali non necessariamente in quest’ordine. S’iscrive ad Architettura però non si laurea, si laurea invece in Lettere e diventa umanista suo malgrado. Non ama la politica perché detesta le bugie. Autore e vignettista freelance su Ferraraitalia, oggi collabora e si diverte come redattore nel quotidiano online Periscopio. Ha scritto il suo primo libro tardi, ma ha intenzione di scriverne altri. https://www.carlotassiautore.altervista.org/


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