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Il curioso caso del Mignon…

Articolo pubblicato il 18 Dicembre 2017, Scritto da Redazione di Periscopio

Tempo di lettura: < 1 minuto


di Francesca Ambrosecchia

In Italia se ne possono contare ancora una cinquantina, ma di questi, quanti si trovano all’interno di una chiesa sconsacrata? Questa particolarità caratterizza il cinema a luci rosse della nostra città: il Mignon. Questo binomio stravagante, la facciata propria di un luogo di culto e la trasgressione che si attua al suo interno, si trova a pochi passi dalla piazza, in una zona centrale e ben frequentata. Il cinema continua imperterrito la sua attività dall’inizio degli anni Ottanta, da quando ha iniziato a dedicarsi solo a proiezioni a luci rosse.
Resiste nonostante siamo appieno nell’era del web 2.0, un po’ come la maggior parte di sale cinematografiche nonostante la crisi.
Tra chi si domanda il perché dell’esistenza di un cinema di questo genere e chi, nei riguardi della faccenda è indifferente, viene da pensare che vi sia in realtà una clientela affezionata e abituale, che si reca in quella sala da tempo e con totale disinvoltura.

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Redazione di Periscopio



Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani