Il commento di Agrinsieme Ferrara sulla legge di stabilità
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da: ufficio stampa Confagricoltura Ferrara
“I provvedimenti di carattere agricolo contenuti all’interno della legge di stabilità 2016, dimostrano un’accresciuta attenzione da parte del Governo verso il settore quanto mai opportuna, dato che i bilanci 2015 delle aziende agricole sono tra i peggiori degli ultimi anni”. Lo afferma Pier Carlo Scaramagli, Coordinatore di Agrinsieme Ferrara, che prosegue “L’abolizione dell’Imu ancorché parziale, in quanto limitata ai Coltivatori diretti ed agli Imprenditori Professionali, così come quella dell’Irap, unite all’aumento delle compensazioni Iva per il settore lattiero-caseario e delle carni, ed alla stabilizzazione delle misure per le agroenergie ed il biogas, rappresentano una base di partenza per cercare di invertire la rotta della crisi. Ma occorre ora un progetto di sviluppo e di rilancio dell’agricoltura, perché settori importanti per la nostra provincia, dall’ortofrutta ai cereali, sono in forte sofferenza e richiedono urgenti azioni di valorizzazione e di promozione da realizzare all’interno di un disegno strategico di politica agricola”. Tornando alla legge di stabilità, il coordinatore di Agrinsieme Ferrara osserva come l’esclusione dal pagamento dall’Imu dei soli CD e IAP determini una discriminazione ingiustificata e pericolosa, perché rischia di mettere fuori mercato diverse aziende, anche importanti sotto il profilo occupazionale. “Tra l’altro, il mancato esonero dal pagamento dell’Imu per chi affitta i terreni a giovani agricoltori (come richiesto dalle Organizzazioni del coordinamento Agrinsieme) è senz’altro un’occasione persa e rappresenta un ulteriore ostacolo per l’immissione di forze nuove in un settore che ha necessità di ricambio generazionale e che nell’ultimo anno ha visto un calo del 7,54% di aziende condotte da under 35 – afferma Scaramagli – Si verificherà un fatto paradossale, ovvero che a pagare l’Imu saranno soprattutto i pensionati dell’agricoltura, che si vedranno obbligati a scaricare parte del costo dell’imposta sull’affittuario; si è voluto eliminare totalmente l’Imu nelle zone montane e svantaggiate, mentre sarebbe stato preferibile ripartire il tributo su un’ampia platea di soggetti, in modo da ridurre drasticamente l’imposizione pro-capite. Da sottolineare inoltre, per chi non possiede la qualifica di IAP o CD, l’innalzamento dell’imposta di registro per l’acquisto di terreni dal 12% al 15%, nonché l’aumento della rivalutazione nella misura del 30% dei redditi dominicali ed agrari dei terreni. Premesse le contraddizioni sopra enunciate – conclude il Coordinatore provinciale di Agrinsieme – resta un giudizio sostanzialmente positivo di questa legge di stabilità, che come richiesto dalle Organizzazioni appartenenti al coordinamento Agrinsieme nel corso delle tante manifestazioni svoltesi nel 2015 su tutto il territorio nazionale, per la prima volta dopo anni alleggerisce la pressione tributaria su (molte) aziende agricole, consentendo di recuperare risorse che potranno essere utilizzate per gli investimenti. Solo attraverso una sempre maggiore valorizzazione dell’agricoltura, che si concretizza mediante una soddisfacente remunerazione per le imprese, il sistema agroalimentare Made in Italy potrà trarre considerevoli benefici e con esso l’intera economia nazionale”.
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