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Il Circolo Legambiente si esprime sulla mozione avanzata dal Sindaco di Comacchio sul progetto di sviluppo turistico

Articolo pubblicato il 20 Febbraio 2014, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


da: Circolo di Legambiente “Delta del Po”-Comacchio

Apprendiamo che il Sindaco di Comacchio con delega all’urbanistica, Marco Fabbri, presenterà venerdì sera 21 febbraio in consiglio comunale, una mozione sul “progetto di sviluppo turistico e territoriale del comune di Comacchio”.

Sul tema abbiamo già annunciato la presentazione pubblica di un Dossier contente alcune nostre critiche e proposte puntuali. La nostra prima “critica” però era sul processo e sul metodo, che su tematiche così grandi non può che passare attraverso un “confronto” trasparente e approfondito fra tutte le parti coinvolte.

Speriamo che la mozione del Sindaco di venerdì sera vada in questa direzione, e speriamo, se così fosse, che venga accolta dal consiglio comunale.

Altre soluzioni che prevedano discussioni riservate ai soli politici sul tema del futuro del territorio e che non considerino le numerose problematiche ancora aperte e non risolte sul territorio sui temi urbanistici, edilizi, inadeguatezza del sistema fognario-depurativo, problemi di infrastrutture e piani per la mobilità, fragilità, tutele, vincoli, con un approccio globale, troveranno la nostra ferma denuncia e opposizione.

Fra le promesse e gli impegni che l’attuale maggioranza e Sindaco hanno preso con la cittadinanza, non solo attraverso le promesse dei programmi elettorali, ma anche attraverso atti formali (vedi le linee di indirizzo per la realizzazione del PSC approvate dal consiglio comunale nel Giugno 2013) vi è sicuramente l’impegno a “arrestare (se possibile invertire) il processo di consumo di territorio, in particolare quello in “orizzontale” sulla fascia costiera, orientando le politiche di crescita urbana, in particolare sulla costa, verso il riuso di aree già urbanizzate e la riduzione del suolo occupato e del carico urbanistico complessivo”.
Inoltre, sempre con lo stesso atto si diceva che “La pianificazione dovrà assicurare la partecipazione attiva della cittadinanza, la coerenza fra le condizioni del territorio, le previsioni di sviluppo, la sostenibilità insediativa-ambientale-territoriale,…”

Confidiamo nella coerenza politica e amministrativa dei nostri amministratori.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani