IL FATTO
Il caso del clarinettista multato in stazione finisce al Parlamento europeo
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Finisce al Parlamento europeo il caso di Marco Fusi, clarinettista di fama internazionale multato in un sottopassaggio della stazione ligure di Bordighera, mentre per ingannare il tempo suonava all’aperto nell’attesa di esibirsi in un concerto. Duemila euro di sanzione in base a un regio decreto del 1931 ormai decaduto che prevede l’iscrizione a uno specifico registro per poter suonare. Nell’ammettere l’errore il sindaco Giacomo Pallanca e la polizia municipale hanno portato la multa a 5mila euro per accattanaggio e vendita illegale di materiale audiovisivo. Insomma un servizio all’arte e agli artisti nel paese della cultura. L’episodio, accaduto alla metà di marzo, si è consumato davanti agli occhi di due giornalisti che con la loro testimonianza hanno dato manforte a Fusi nella contestazione delle accuse contenute nella sanzione. Da lì all’interrogazione al parlamento europeo, dove tra l’altro il musicista si è esibito nel 2012 nell’ambito dello spettacolo “Eclisse della Democrazia” con Vittorio Agnoletto, è stato breve. In meno di una settimana quattro deputati, Barbara Spinelli, Curzio Maltese, Marie Christine Vergiat e Eleonora Forenza, hanno ravvisato nella multa una “palese violazione della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” il cui articolo 19 tutela la libertà di espressione in ogni sua forma, compresa quella artistica, della Cedu (Convenzione europea dei diritti dell’uomo) e della Carta di Nizza (Carta dei diritti della UE). Un tris del diritto, che nella libertà di espressione, inclusa quella artistica, ha uno dei suoi fondamenti. Portata l’attenzione sul caso Fusi, i parlamentari hanno chiesto all’Europa quali iniziative intenda assumere nei confronti della vicenda. “Mi auguro che questa storia – dice il clarinettista – serva ad aprire una riflessione a favore di un movimento di opinione in difesa dell’arte e della musica che sono libertà d’espressione”.
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Monica Forti
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