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Un cardellino è tenuto legato con una catenella sopra alla scatola di becchime; l’altro è libero, posato sull’asta in uno spazio verde dove può trovare cibo, acqua e altri volatili. Il primo è Il Cardellino dipinto nel ‘600 dal pittore olandese Carel Fabritius e in mostra in questi mesi a Bologna, accanto alla Ragazza con l’orecchino di perla. L’altro è un cardellino che vive vicino a noi: nove gli esemplari che il Giardino delle Capinere, gestito dalla Lipu di Ferrara, ha preso in carico nell’ultimo anno, perché trovati feriti e salvati dal Centro di recupero che ha sede in città.

Pochi parlano della bella, piccola tavola dipinta, che sta vicino alla tela della Ragazza tanto famosa. E pochi immaginano che accanto alle mura di Ferrara ci sia un’oasi verde, grande quasi un ettaro, dove incontrare gufi, rapaci o ghiri curati e accuditi nelle voliere del Centro di recupero di animali selvatici e anche creature libere, che arrivano, bevono nel laghetto e mangiano tra le piante o nei contenitori riempiti dai volontari. A prendersi cura di uno spazio che è un tuffo inaspettato in mezzo alla natura sono una cinquantina di attivisti coordinati da Lorenzo Borghi, responsabile della Lipu ferrarese. E proprio il bilancio annuale della Lipu ci ricorda la presenza di questo uccellino nello spazio verde tanto speciale in piena città, nonché all’interno della rassegna sul secolo d’oro dell’arte olandese.

La piccola oasi di verde ferrarese è frutto di sforzi e impegno, descritti nel report presentato nel palazzo municipale con l’assessore comunale all’Ambiente Rossella Zadro e l’assessore provinciale a Flora e fauna Stefano Calderoni. L’attività messa in campo oltre ai cardellini ha fatto arrivare qui oltre 1.300 animali nel corso del 2013; 633 rimessi in libertà, perché tornati in grado di farcela da soli, con uno sforzo di 52 attivisti e oltre 9mila ore di lavoro.

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Il Giardino delle Capinere, gestito dalla Lipu a Ferrara in via Porta Catena

“Il cardellino – spiega Lorenzo Borghi – appartiene alla famiglia dei fringuelli e vive nell’area europea che va dal sud di Spagna e Marocco fino al nord di Inghilterra, Francia e, appunto, Olanda”. Non è quindi un caso che il cardellino sia stato rappresentato nel secolo d’oro dell’arte olandese e che nel Ferrarese sia arrivato nei mesi scorsi: è il suo habitat. Non è uno degli uccelli più diffusi. Viene, però, notato per la particolare colorazione. Le ali sono screziate di giallo, nero e bianco e la testa può essere rossa.

A Bologna la tavola dipinta si trova nella penultima stanza di Palazzo Fava, fino al 25 maggio. La sala dopo è quella dedicata alla fanciulla col turbante. Il cardellino è vicino al punto più atteso dell’esposizione com’è giusto che sia, ad anticipare il cammino intrapreso dall’allievo di Carel Fabritius: Vermeer che, appena 15enne, va alla bottega del pittore già affermato. E’ tra le ultime cose che Fabritius dipinge nel 1654, anno della morte prematura, causata dall’esplosione di un magazzino della cittadina olandese di Deft. L’opera è un trompe-l’oeil, ovvero uno di quei quadri che creano l’illusione di trovarti davanti a qualcosa di reale, come se da un momento all’altro la creatura potesse volare. In un volo che lo porta fino a noi.

Il Giardino delle Capinere, via Porta Catena 118 a Ferrara, è aperto per visite guidate ogni mercoledì (ore 15-16,30) e sabato (10-11,30) ma anche in altri giorni su prenotazione allo 0532 772077.

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.


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