Il caldo anomalo di febbraio manda in tilt le coltivazioni
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da: ufficio stampa Coldiretti
Le temperature minime di quasi quattro gradi superiori alla media stanno provocando una ripresa vegetativa delle piante che le rende maggiormente vulnerabili nel caso dell’arrivo del gelo. Gulinelli “lavorare per prevenire possibili problemi anche a Ferrara”.
A febbraio in Italia si registra una temperatura minima superiore di 3,8 gradi alla media di riferimento che sta mandando in tilt le coltivazioni che si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea relativi alla prima decade dalla quale si evidenziano valori di temperatura quasi primaverili mentre le precipitazione sono risultate superiori del 35 per cento rispetto alla media di riferimento. Una anomalia che – sottolinea la Coldiretti – interessa l’intera penisola dal nord dove le temperature minime sono state superiori di 4,1 gradi, al centro Italia dove lo scarto è stato di +3,2 gradi fino al sud, con un differenziale di +3,1 gradi. Il rischio è che la “finta primavera” inganni le coltivazioni favorendo un “risveglio” che le rende particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili.
“Ci eravamo ripromessi di non parlare sempre del clima – chiosa il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – ma le anomalie sono ormai così evidenti che dobbiamo sottolinearle e dire chiaramente che per il settore ci sono già problemi e altri possono purtroppo verificarsi. Anche da noi le piante sono in ripresavegetativa e notiamo già le gemme gonfie come dovrebbero essere solo tra unpaio di mesi. In queste condizioni i possibili repentini abbassamenti di temperature possono essere drammatici e mettere a repentaglio la produzionedell’anno. La situazione rischia di aggravare il già pesante bilancio delle perdite che si sono verificate dall’inizio dell’anno a causa delle pesanti precipitazioni con alluvioni, allagamenti e frane. Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati con ilmoltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Nelle aree del modenese abbiamo purtroppo visto cosa può succedere, non solo nelle campagne, ma anche nei centri abitati e quanto sia necessario lavorare per la prevenzione e la manutenzione del territorio, una questione che riteniamo vitale per il ferrarese e che ci deve obbligare ad ogni sforzo per evitare possibili disastri”.
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