Muscoloso, giovane, virile, Sebastiano è – tra tutti i santi – uno dei più prestanti. Il bello della santità. Un modello di sofferto vigore ed estetico martirio. Santo particolare, tra i pochi a mostrare tutta la sua attraente nudità all’interno dei luoghi sacri, ma così amato dagli artisti da essere rappresentato, al di fuori della committenza religiosa, da maestri contemporanei come Renato Guttuso, Sandro Chia, Luigi Ontani. Un santo che è tradizionalmente invocato contro le epidemie di peste e che, per questo, ha anche un legame particolare con il territorio della riva padana di Ferrara, tanto colpito nel ‘600 dal morbo di manzoniana memoria.
Tutti questi aspetti li mette ora insieme una mostra: “Sebastiano tra sacro e profano. 26 artisti per il mito del santo con le frecce” al via sabato 21 marzo, nella sala Orsatti di Pontelagoscuro, centro pubblico di proprietà comunale a pochi metri dalla rinnovata piazza Bruno Buozzi. A curare questa rassegna che unisce storia, arte e attualità è Lucio Scardino, storico dell’arte che già da anni attorno a questa figura di santo sviluppa mostre ed eventi.
“San Sebastiano – fa notare Scardino – è stato il soggetto di una pala di grande valore, attribuita a Carlo Bononi per l’antica chiesa parrocchiale di Pontelagoscuro, ahimè bombardata nella seconda guerra mondiale. L’immagine era stata commissionata per celebrare la fine della peste che aveva devastato l’antico borgo rivierasco. Questa comunità ha pagato un prezzo altissimo alla terribile epidemia, con trenta casate familiari che si sono estinte a causa di ciò, mentre la municipalità di Ferrara aveva messo un varco al suo confine, per evitare il contagio, che infatti si ferma qui”.
La fine del blocco, celebrata nel 1631, si ripete ora con una mostra, nata diversi anni fa da un’idea di Scardino, che poi si sviluppa fino a tornare, adesso, rinnovata. “Sono almeno otto anni – spiega l’esperto d’arte – che ho lanciato il progetto facendo dapprima una mostra a Renazzo di Cento, dove è la parrocchia intitolata proprio al santo con le frecce”. L’evento ha successo e molti artisti, da allora, iniziano a contattarlo per proporgli opere sul tema. “Alcuni – racconta lo storico – quei quadri o sculture li avevano già in studio; altre volte è stata invece questa sollecitazione a spingerli a realizzarli”.
Così la mostra è andata avanti un po’ per i fatti suoi. Un “work in progress” – come lo definisce il curatore – rilevando come il progetto abbia finito per acquisire quasi una vita e uno slancio autonomi. Un’idea che trova una strada sua, ma torna sempre a bussare alla porta di Scardino. “Il materiale che mi sono ritrovato a disposizione – dice – ha incrociato la richiesta della Pro loco di Pontelagoscuro, nella periferia industriale di Ferrara”. Dopo i lavori di rifacimento della piazza, la comunità aveva voglia di rilanciare i propri spazi con un evento culturale di rilievo. E qui entra in scena la mostra monografica con sculture, disegni, dipinti e opere a tecnica mista. Tutti pezzi unici che si potranno vedere tra poco in quel lembo di terra che ha immolato una parte di se stessa per la salvagurdia della città estense.
Tra gli autori delle opere – racconta Scardino – il più giovane è Pietro Moretti, figlio del regista Nanni Moretti; sì, proprio quel ex neonato attorno a cui poeticamente ruota la visione socio-politico-familiare del film “Aprile”. Il bambino ora è un giovane artista, che qui esordirà con una tecnica mista sul tema. Tra le opere con più anni c’è invece quella di Renzo Gentili, ferrarese, presente con una sua tempera su carta del 1980. Artista di fama e lunga carriera Maurizio Bonora, sempre di Ferrara, che proporrà il disegno preparatorio di una delle sue celebri sculture. Flavia Franceschini, sorella del ministro con un’intensa attività di scultrice e uno studio-laboratorio nel centro cittadino, sta ultimando un “light box”, sorta di scatola-teatrino appositamente realizzata mettendo in scena una figura colpita da freccia, che si ispira al particolare di un affresco di Schifanoia. Aurelio Bulzatti, originario di Argenta come Gianfranco Vanni, porterà un suo lavoro inedito, mentre reinterpreta la figura sacra con uno stile personale Lino Costa, artista nonché sacerdote di Gualdo. Giorgio Cattani, docente all’Accademia di Brera ed esponente della Transavanguardia molto legato ad Achille Bonito Oliva, porterà una tecnica mista su tela. Immagine-simbolo raffigurata sul volantino della mostra è quella di Giglio Zarattini, pittore ed ex sindaco di Comacchio prematuramente scomparso undici anni fa, presente con l’autoritratto scomposto del santo colpito dai dardi. “Una rappresentazione – spiega Scardino – del doppio aspetto, femminile e maschile, della sofferenza”. L’artista che arriva da più lontano è il sardo Oscar Solinas, scenografo al teatro comunale di Sassari, che porta il “Sebastiano mancato”, un giovane legato a un albero, il cui tronco viene trafitto dalle frecce al posto suo. Rappresenta, infine, un doppio martirio il fiorentino Carlo Bertocci con la colonna-cactus a cui il santo è legato. In chiave moderna e un po’ ironica il “Seba” di Denis Guerrato, pittore mantovano, che ne fa un ritratto autoironico con il protagonista che ha le sue sembianze e si presta a ricevere le frecce sotto a un paio di occhiali rayban specchiati, jeans e scarpe timberland. Ferraresi Alessandro Borghi, lo zio e il nipote Daniele e Gianni Cestari, la scultrice Mirella Guidetti Giacomelli, i professore di scultura del liceo artistico Lorenzo Montanari, la docente Gloria Pasquesi ed Enrico Pambianchi, originario di Portomaggiore. Stilemi e tecniche diverse, infine, per Sonia Andreani, Gianni Bellini, Carlo Bertocci, Sara Bolzani, il padovano Paolo Camporese, Nestor Donato, Pietro Lenzini, Vittorio Zanella.
“Sebastiano tra sacro e profano” sarà visibile da sabato 21 marzo, alle 17, sala Nemesio Orsatti, via Risorgimento 4, a Pontelagoscuro (Ferrara). Apertura a ingresso libero dal lunedì al venerdì ore 14-19, sabato e domenica 10-12 e 16-19. Fino al 12 aprile.
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Giorgia Mazzotti
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