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Anche la Comunita’ del Parco prende posizione rispetto a quanto emerso negli ultimi giorni sulla stampa nazionale e locale, sull’iter parlamentare della legge istitutiva del Parco unico Delta del Po. “Definire come ha fatto qualcuno il Parco Regionale del Delta del Po, istituito con legge regionale n. 27 del 1988, come un ente ‘dimenticato’, ‘preda del bracconaggio’ e di ‘appetiti edilizi’ è una affermazione grave, per nulla veritiera. I tanti interventi dall’istituzione dell’Ente sulle Valli di Comacchio, sul boscone della Mesola, nella sacca di Goro, nelle Valli di Campotto, nelle sue saline di Cervia e Comacchio e sulle pinete di Cervia e Ravenna- spiegano i sindaci della Comunità del Parco – ne sono la testimonianza. La Regione Emilia-Romagna, i Sindaci e la Comunità del Parco hanno lavorato non soltanto sul tema pianificatorio (Piani territoriali di stazione, Regolamenti, misure di conservazione e i piani di gestione), ma anche sulla valorizzazione, come dimostra il riconoscimento Mab Unesco del 2015. A questo proposito, si sta lavorando anche ad un allargamento del riconoscimento all’argentano e al ravennate. Va inoltre rammentato come la Regione, al pari dei Comuni, nonostante i pesanti tagli alla finanza pubblica, non abbia mai fatto mancare la propria contribuzione. Proprio lo straordinario riconoscimento di Riserva MAB Unesco (Man and Biosphere) che ha avviato una collaborazione positiva fra i due Parchi e le due Regioni insieme agli enti locali – proseguono i sindaci – ha rafforzato la convinzione che serva un’unica governance, attraverso la nascita di un unico Ente, cosa auspicata non soltanto per ragioni di duplicazione amministrativa, ma anche agli occhi del mondo.
L’emendamento in discussione ha come scopo dunque il rilancio del Delta del Po e della sua governance e non certo l’abbassamento del livello della tutela naturalistica e ambientale. Non coglierla – evidenzia la Comunità del Parco – sarebbe miope e significherebbe fermare la crescente volontà delle Regioni e ripercorrere una storia già vissuta che, nonostante quanto disposto dalla legge nazionale 394/ 91, non ha mai visto la nascita del parco nazionale. Esiste un’esperienza di parco interregionale in Italia, quello del Sasso Simoncello e si può dimostrare che, se c’è la volontà, si può far funzionare un Parco tra più Regioni, senza la necessità di istituire un Parco Nazionale.”

FIRMATO DAI SINDACI:

Comune di Alfonsine MAURO VENTURI
Comune di Argenta ANTONIO FIORENTINI
Comune di Cervia LUCA COFFARI
Comune di Codigoro SABINA ALICE ZANARDI
Comune di Comacchio MARCO FABBRI
Comune di Goro DIEGO VIVIANI
Comune di Mesola GIANNI MICHELE PADOVANI
Comune di Ostellato ANDREA MARCHI
Comune e Provincia di Ravenna MICHELE DE PASCALE
Provincia di Ferrara TIZIANO TAGLIANI

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