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“…a 40 anni, uno dovrebbe sapere che fisico emotivo ha…”. Leggo l’intervista su Io Donna a Chiara Gamberale, immensa, ancora più materna di quanto già non fosse.
Vero, a 40 anni si dovrebbe conoscere il proprio fisico emotivo. Mi chiedo se poi lo abbiamo tutti o se qualcuno è risparmiato da quel mondo sotto l’esoscheletro che viaggia un po’ per conto suo.
Il mio fisico emotivo è ciò che non avevo mai conosciuto di me fino a quando non ha detto vai o fermati. E’ la sostanza attraverso cui passo, è la risposta alle cose che mi vengono incontro, sono i contorni che cerco di dare e le sfumature che poi preferisco scegliere. Può respingere, ma ama accogliere, butta dentro e difficilmente butta via. E’ una materia, la immagino come una specie di palla di pongo in cui sono mischiati tutti i colori e non si distinguono più.
Il fisico emotivo se ne frega della strategia, è puro momento, sta vicino al vuoto e si scambiano di posto. E’ azione e reazione insieme, ma anche silenzio e attesa. Quando l’esoscheletro diventa pesante e lo schiaccia, si fa impercettibile, aspetta momenti migliori e più leggeri che arrivano sempre.

E per voi cos’è il fisico emotivo? Come lo percepite?

Potete mandare le vostre lettere a parliamone.rddv@gmail.com

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it

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