Cosa cerchiamo nell’altro? Il nostro specchio o qualcosa di diverso da noi? Come raggiungere la completezza e la complementarietà?
Le affinità elettive
Cara Riccarda,
mi esalta sempre trovare nel mio compagno una persona con cui condividere scelte, passioni, gusti senza forzature, spesso con autentica semplicità e naturalezza.
Non tutto, si intende, ma nel momento in cui si arriva a raggiungere un obbiettivo comune è una bella soddisfazione, la conferma quotidiana, secondo me, di aver scelto la persona giusta. Eppure lui è così diverso nell’affrontare problemi, nel trovare soluzioni, con una visione delle cose diamentralmente differente dalla mia… ma l’emergere di quelle affinità di coppia che rendono due individui così simili, mi lasciano sempre piacevolmente sorpresa.
C.
Cara C.,
se è la naturalezza ad avvicinare due persone, per quanto diverse, secondo me la strada è in discesa. Il problema è quando pensiamo di pilotare i rapporti con la strategia e crediamo di arrivare a qualcuno seguendo la nostra mappa. In amore come nell’amicizia, a volte ci sfiniamo girando invano, persi.
Si può scegliere se restare su una linea orizzontale di rapporti, cioè un po’ superficiali ed è tutto più semplice, oppure,quando si affaccia la possibilità, avvicinarsi di più, rischiare un’apertura e prendere una linea verticale, allora le cose si complicano e spesso i rapporti finiscono. Ma siccome noi non siamo un piano cartesiano, scopriamo su quale asse viaggiamo solo dopo averne percorso un pezzo.
Riccarda
In equilibrio sulla corda
Buon giorno Riccarda,
cercare una persona simile a noi può darci sicurezza nell’affrontare un rapporto, questo è vero, però alla fine si rischia la monotonia. Personalmente preferisco qualcuno di diverso perché diventa una continua scoperta, c’è sempre l’eccitazione che sopraggiunge quando ci si avventura in un territorio inesplorato, sarà come camminare su una corda tesa, con trepidazione ma anche con soddisfazione per ogni piccolo passo compiuto. Quei momenti nei quali scopri cosa può piacerle sono impagabili, certo, ci saranno anche delle volte nelle quali commetteremo errori, ma questo tiene sempre vivo un rapporto perché c’è la continua ricerca di scoprirla e migliorarsi per accontentarla, in pratica come in un puzzle aggiungiamo tasselli che alla fine ci completeranno pur mantenendo la nostra assoluta diversità. Due sconosciuti che nel tempo imparano a conoscersi cercando di trarre insegnamento dagli errori che commetteranno, avranno sempre qualcosa da dirsi e un buon motivo per continuare insieme il loro cammino.
G.
Caro G.,
ho solo un timore, che ci si sbilanci troppo verso l’altro. Credo che se riuscissimo a fare come dici, restando però centrati su di noi, la coppia nel suo complesso ne trarrebbe vantaggio. E’ la disomogeneità che frega, agire per accontentare l’altro, mettendoci a volte in subordine. Quel camminare su una corda tesa è proprio questo: provare a non scivolare mentre si dona un po’ di noi.
Riccarda
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Riccarda Dalbuoni
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