I DIALOGHI DELLA VAGINA
Strappi… la parola ai lettori
Tempo di lettura: 4 minuti
Mollare la presa, staccarsi e riconquistare autonomia. I lettori raccontano il modo e il momento in cui hanno lasciato andare amicizie e amori.
Solo un ricordo
Cara Riccarda,
sì, mi è successo quando ho smesso di sperare di incontrarlo e piano piano, col tempo, è diventato un ricordo come tanti altri, nulla di più.
A.
Cara A.,
evviva. Per fortuna anche i grandi amori, quando diventano a senso unico, finiscono. Rimangono in vita finchè gli diamo da mangiare, poi l’inedia arriva anche per loro se non c’è più nutrimento. Ognuno ha i suoi tempi di smaltimento, ma è inevitabile a un certo punto mettere via qualcosa che da solo non sta in piedi. Come siamo stati capaci di creare un mito esaltando qualità e sottostimando i difetti dell’altro, siamo anche in grado di sgonfiare tutto e andare avanti.
Riccarda
Liberarsi del passato
Cara Riccarda,
quando avevo poco più di vent’anni iniziai a frequentare Sara, che ai miei occhi ingenui appariva una buona amica, brillante e con tanta voglia di divertirsi.
Mi sbagliavo. Io per lei non ero che uno strumento e mi ha utilizzata per mesi chiedendomi spesso di essere complice di una sua storia d’amore parallela a quella col compagno ufficiale, o di consolarla nelle giornate buie, senza offrirmi in cambio una sincera amicizia.
Ho sofferto il giorno in cui, per un motivo talmente futile che per quanto mi sforzi non riesco più a ricordare, Sara ha deciso che non valeva nemmeno più la pena di rivolgermi la parola.
Ho smesso di soffrire quando, qualche mese dopo, con una telefonata inaspettata, ad un “ciao, come stai?” è seguita la frase “ho bisogno di un favore”. Ho risposto “ok” perché si trattava di una cosa da poco e la telefonata mi aveva colta impreparata. Ma da quel momento Sara mi è apparsa, e così la vedo ancora oggi, come una persona per la quale non vale la pena di provare nulla più che un po’ di compassione. Una persona che ogni tanto incontro per strada col suo sguardo sempre un po’ triste e l’atteggiamento nervoso e a volte imbarazzato, tipico di chi finge di non vederti.
Io invece mi sento libera, la saluto per prima, a volte accenno pure un sorriso, perché non provo più nulla di quello che avevo provato negli anni addietro.
Oggi per me Sara rappresenta uno dei tanti incontri del passato, dal quale ho imparato che quando allaccio una nuova amicizia è meglio partire un po’ coi piedi di piombo.
A.L.
Cara A.L.,
il tuo sguardo dritto contro i suoi occhi imbarazzati. Già questo ti dice, sulla lunga distanza, chi delle due sia libera. A vent’anni è facile credere che l’amicizia o l’amore siano per sempre. A volte succede, ma quando non è così, è una bella batosta soprattutto perchè a vent’anni l’amicizia e l’amore sono totali e non si concepisce nulla oltre.
I piedi di piombo con cui ora cammini sono l’accortezza che, maturando, si impara ad avere, il sesto senso che ci fa notare subito alcune dissonanze che, guarda caso, poi tornano sempre fuori.
Riccarda
Mente libera, liberamente
Buongiorno Riccarda,
quando qualcuno ha una forte presa sulla nostra mente, è praticamente presente in qualsiasi cosa facciamo, il suo pensiero ci segue anche quando siamo con gli altri, ci domandiamo cosa stia facendo, quando lo vedremo, se ha i nostri stessi pensieri, siamo sempre in trepidazione nella sua attesa. Nel mio caso, credo che il momento in cui ho abbandonato chi era sempre nella mia mente, è stato quando ho scoperto di non avere più quella trepidazione nella sua attesa. E, se non fremi nell’attesa di una persona alla quale sei legato, qualcosa sta scomparendo e qualcosa di altro si sta intromettendo: il distacco. In questa situazione, la sua presa non è più solida, molti interrogativi su cosa stia facendo o se ci sta pensando cominciano a svanire perché ci concentriamo più su di noi stessi e su cosa potremmo fare. Mi sono accorto di essere finalmente libero, quando vedendola, riuscivo a intravedere difetti ed egoismo che prima, con la mente completamente annebbiata dagli impulsi del cuore, non riuscivo a scorgere o accettavo inconsciamente. Con la mente libera, non c’è più la voglia di convivere con queste situazioni che prima si accettavano e nemmeno si tentava un compromesso, il distacco impedisce qualsiasi forma di comunicazione volta a un’intesa comune. Resta comunque una perdita per entrambi, un qualcosa che poteva essere e che non sarà più, ma è meglio così, se solo una delle parti è completamente presa, un rapporto non ha equilibrio ed è condannato a precipitare, lasciando i protagonisti in situazioni diverse. Chi esercitava la presa, è dispiaciuto per la ferita al suo ego, ritenendola una grossa sconfitta per le sue capacità di controllo sul partner. L’altra parte, si troverà in una situazione di indifferenza verso chi, sino a quel momento era tutto, scoprirà i pregi della mente libera e cercherà, facendo tesoro dell’accaduto, di non ripetere le stesse cose, o perlomeno di non farsi più annebbiare la mente. Ognuno di noi continua a modo suo, non bisogna dimenticare che le emozioni ci colgono sempre impreparati.
Gigi
Caro Gigi,
la mente libera, come dici tu, è illuminante rispetto a chi ci troviamo di fronte. Succedono circostanze, dettagli, intuizioni che ci liberano davvero da una presa troppo forte.
Mi è capitato, in amicizia, di ricordare a una persona che non era al centro del mondo. Non so spiegarmelo, ci sono soggetti che si sopravvalutano talmente tanto che trasferiscono in chi hanno di fronte lo stesso pensiero: anche tu mi devi stimare tanto come io stimo me stesso. Non è male, allora, allentare la presa e scansarsi un po’.
Riccarda
Potete mandare le vostre lettere a parliamone.rddv@gmail.com

Sostieni periscopio!
Riccarda Dalbuoni
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani