I DIALOGHI DELLA VAGINA
Perfetti per qualcuno, estranei a noi stessi
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“Mi sento a casa”. C. aveva sintetizzato così il nuovo incontro che, come tutte le cose che iniziano, parte dal confronto con ciò che l’ha preceduto.
B. non capiva bene cosa intendesse l’amica, pensava che i paragoni in amore vengono anche se giuriamo di non farli più perché, in realtà, abbiamo bisogno di confermare che oggi è meglio di ieri.
B., soprattutto, non sapeva cosa fosse sentirsi a casa, mollare gli ormeggi e abbassare finalmente la guardia. B. non se l’era mai concesso, troppo pericoloso, d’istinto aveva posto un diaframma fra lei e quell’uomo con cui aveva avuto una lunga storia e di cui non era mai riuscita a fidarsi, a sentirsi a casa. Lui l’aveva tenuta sempre un po’ sulle spine, in quella vaghezza che ti fa stare in punta di piedi e un po’ trattenuta per timore del giudizio, un po’ compiacente e vigile. Negli anni a forza di stare attenta a non guastare l’immagine, aveva modellato una sè su misura di quell’uomo forte, intransigente e capace di renderla come lui la voleva. Per una forma di automatismo, entrava in una parte lontana dalla sua natura, ma così perfetta per lui.
Poi un giorno B. rivide un suo ex, un uomo dagli occhi buoni, cenarono insieme, si raccontarono come non avevano mai fatto e ripresero a vedersi. Fu allora che B. capì cosa fosse sentirsi a casa: era percepire che l’altro è lì con tutto se stesso, non vuole mostrare nulla di più, ma quello che è, con te e per te. E tu puoi fare altrettanto, senza riserve.
“Mi sento a casa, posso affidarmi e chiudere gli occhi” erano le parole di C. che B. capiva di potere fare sue. Era finalmente dissolta quella sensazione spersonalizzante, che non aveva mai apertamente ammesso, di chiedersi sto andando bene? Sono come tu mi vuoi?
Quella sé plasmata su queste domande e che in realtà non le piaceva, apparteveva ormai al passato, a un’altra storia. B. aveva imparato a chiudere gli occhi, a rispettarsi senza forzare atteggiamenti. Era a casa, stavolta con l’uomo dagli occhi buoni.
Vi è mai capitato, in amore, in famiglia, in amicizia, di essere estranei a voi stessi, ma perfetti per qualcun altro?
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Riccarda Dalbuoni
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