I DIALOGHI DELLA VAGINA
Oltre il deserto
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“Devi invertire la tua tendenza verso gli aridi. Devi dimostrare a te stessa che ti vuoi bene”.
V., mentre legge il messaggio della sua amica A., immagina di essere in mezzo a una strada bianca, sterrata, sbarrata in fondo e si vede voltarsi, invertire la corsa verso un altrove sconosciuto. Ogni volta che V. scorre il messaggio pensa che sia questa la dimostrazione che deve darsi, imboccare qualsiasi altro sentiero purchè diverso perchè l’infertilità degli aridi è ormai conclamata senza più bisogno di prove.
Sulla tendenza verso questo tipo di persone, V. ha deciso di autoassolversi nel momento stesso in cui ha dato le spalle a quella direzione tentandone un’altra e non si pone il problema di che strada sia, è nuova e questo al momento le basta.
V. ha ripetuto per anni uno schema, un’ostinazione tanto perseverante quanto insoddisfacente perchè la desertificazione degli affetti non dà e non riceve: chi non sa dimostrare amore, non è neanche capace di accoglierlo, lo respinge, lo lascia sospeso, lo ammutolisce e lo raffredda, tanto che l’altra persona a un certo punto non sa più che farsene. L’aridità è non trasformare mai nulla, fare seccare la pianta, non attendere insieme la germinazione di un rapporto e domandarsi con incanto dove andrà.
V., dopo avere attraversato quei deserti senza oasi per anni, grazie a quel messaggio di A. ha iniziato a rifiutare qualcosa di prevedibile proprio perchè sempre uguale, sterile, quindi inutile.
Non l’aveva mai fatto prima, benchè sapesse dentro di sè che certe relazioni non possono neanche definirsi umane, ma solo relazioni, anzi, ancora meno, frequentazioni.
A V. torna spesso in mente l’immagine della strada bianca, della sua inversione di marcia che è anche un cambio di passo e di compagni di viaggio e le piace l’effetto che fa. È la consapevolezza di avere determinato un cambiamento e scartato una coazione poco consolatoria.
Quali strade nuove avete imboccato dopo averne percorse tante a fondo chiuso? Quali scelte spontanee avete fatto ribaltando direzione?
Potete scrivere a parliamone.rddv@gmail.com

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Riccarda Dalbuoni
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani