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Il valore del silenzio: presagio di catastrofe o momento di riflessione? Strumento di fuga o spazio di crescita? Cosa ne pensano i nostri lettori…

Ritirarsi in buon ordine…

Buongiorno Riccarda,
credo che esistano persone con le quali non riusciremo mai ad avercela completamente. Questo vale sia per un rapporto di amicizia che per una relazione sentimentale. Malgrado si comportino in maniera tale da palesare solo assenza, a volte l’essere stati tanto uniti precedentemente, l’aver pensato di aver trovato la persona giusta, quella che corrispondeva alle nostre esigenze, ci impedisce di tagliare il filo che ci lega. Penso che una soluzione sia staccarsi per un momento e analizzare cosa succede, forse non più influenzati dall’altra persona, si può riuscire a trovare una soluzione e rendersi conto se vale la pena oppure no di continuare a soffrire per quelle che noi reputiamo mancanze o assenze. Certo non è facile staccarsi, il legame richiama sempre alla mente chi ci manca, però, forse ci rendiamo conto di quanto possiamo valere per l’altra persona. Una volta assodato che, secondo noi è un rapporto nel quale solo uno cerca di essere partecipe, malgrado l’affetto che ancora mi tiene legato, io adotterei quanto mi diceva mio nonno : “ mi ritiro in buon ordine”, in pratica nessuna escandescenza, nessuna scenata, regalo la mia assenza e non cercherò più l’altra persona, eviterò se possibile di parlarne, terrò per me il dispiacere, ma anche i bei ricordi, perché in ogni caso, comunque finisca qualsiasi rapporto, all’inizio noi abbiamo visto nell’altra persona qualcosa di bello che ci ha indotto ad aprirci e ad avvicinarci per percorrere un po’ di vita insieme. Serberemo i bei ricordi e i dispiaceri li chiameremo esperienza.
G.

Caro G.,
regalare la propria assenza mi sembra un dono non meno prezioso che regalare la presenza. A volte non sappiamo dosarci e rischiamo di essere sovrabbondanti, sottraendo spazio a chi sta con noi. Il silenzio può anche essere lo spazio che lasciamo all’altra persona per potersi muovere verso di noi. Se continuiamo a occupare noi tutto il posto, all’altro cosa rimane da fare? Il bisogno di risposte, di anticipare ogni cosa, di aggiustare le situazioni purtroppo ci attiva freneticamente, ma non so con quali risultati. Dovremmo imparare, in certi casi, a stare fermi e aspettare, qualcosa arriva sempre.
Riccarda

Silenzio assenza o silenzio assenso?

Cara Riccarda,
silenzio e assenza di per sè non sono mai bei presagi in una relazione, per quanto appena nata o poco stabile.
Anzi, all’inizio dovrebbe essere il contrario, perché la voglia di conoscersi supera qualsiasi altra necessità e ogni momento diventa buono per stare insieme. Se una relazione invece è un po’ più duratura, silenzio e assenza non vanno bene lo stesso, perché fanno venire meno il senso stesso della coppia.
Se poi ci pesano come macigni e ci inducono a trovare mille scuse per giustificare il malessere che sentiamo, vuol dire che dobbiamo fare fracasso. Ma non il fracasso che serve per farci sentire forte e chiaro dall’altra parte, no… il fracasso di chi chiude porte e finestre e porta il suo cuore altrove, alla ricerca di una persona che ci “faccia sentire al caldo” e che ci faccia sentire silenzio, quello rassicurante però, solo quando dorme. Certo la partenza non è indolore, ma è più grande il dolore di sentirsi soli fingendo di avere uno accanto.
D.

Cara D.,
credo che il silenzio abbia più di una declinazione e non è sempre facile accettarlo. Mi limiterei a pensare a quando noi abbiamo bisogno di silenzio, a quando le parole sono finite, a quando non servono o quando, capita davvero, è proprio dal silenzio che spuntano quelle giuste.
Riccarda

Potete inviare le vostre lettere a parliamone.rddv@gmail.com

A Natale I dialoghi della vagina si prende una piccola pausa, riparte il 5 gennaio con nuovi spunti di riflessione e confronto.
Per tutti i nostri lettori un augurio di buone feste, ciao a presto.

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it