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Le verità taciute che all’improvviso esplodono, cosa portano? Le litigate quanta schiettezza rivelano? E’ possibile tornare indietro? Da dove ripartire quando, arrabbiati, ci si dice proprio tutto? Le lettere arrivate in redazione.

Il veleno del silenzio

Buongiorno Riccarda,
la verità trattenuta, un amaro veleno che lentamente ci corrode la mente. Un errore che tutti commettiamo, a volte per non urtare il partner, per il quieto vivere, le motivazioni sono tante, ma, alla fine tutte sbagliate. Perché quello che non diciamo, lavora lentamente nel nostro subconscio e, quando esplode, porta sempre conseguenze disastrose, nulla sarà più come prima. Ci saranno aggiustamenti, giustificazioni, ma il dubbio resterà sempre. Mi è capitato di commettere questo errore e l’ho pagato caro. Avevo taciuto perché mi sembrava la soluzione migliore, ma poi, il problema si ingrandiva perché non riusciva a trovare una via di sfogo e tutto questo accumulo di sensazioni negative alla fine è venuto fuori per un’inezia, le conseguenze sono state la perdita di una persona a me cara. Se ne avessi parlato prima, tutto si sarebbe risolto con un leggero battibecco senza effetti collaterali. Oggi mi rimane il ricordo di quanto di bello c’è stato e se capita di vederci, ci scambiamo un fugace saluto, forse leggermente imbarazzato, ma un osservatore attento potrebbe notare quante cose non dette ci sono nei nostri sguardi, noterebbe il rimpianto per qualcosa che poteva essere ed invece non è riuscita a crescere. Ho imparato la lezione, adesso dico subito ciò che penso, preferisco affrontare il problema sul nascere prima che cresca così tanto da essere insormontabile, c’è sempre il rischio di perdere qualcuno, ma credo che se l’amico/a,il/la partner, ci vogliono bene, apprezzeranno di più questo nostro modo di essere, sincero e spontaneo. Il parlare subito dei problemi credo che sia l’unico antidoto a questo veleno.
Gigi

Caro Gigi,
ma siamo sicuri che, una volta imparata la lezione, la verità sia disposta a ridurre i tempi di attesa? Tu credi davvero ci faccia il piacere di uscire proprio subito? Credo che la verità abbia bisogno di un po’ di decantazione, altrimenti sarebbe puro istinto. La verità medita e temo sia completamente indipendente, l’occasione se la crea e noi le cediamo il passo perchè sappiamo che ci sta tracciando un nuovo percorso.
Riccarda

La verità fa male…?

Cara Riccarda,
dicono anche “verba volant scripta manent”. Non è vero. Certe frasi o certe parole che “volano” durante un litigio restano e scavano dentro, nel profondo e si incidono a fuoco nel cuore e nell’anima.
Questo perché durante i litigi, quelli veri, quelli senza freni, le parole escono da sole senza filtri, senza censura. Esce tutta la verità o buona parte di essa, o la parte che ci tormenta di più.
Dopo questo, nulla è più come prima.
A me è successo. È uscito tutto e non è più possibile tornare indietro. Non ci sono scuse che tengano o ritrattazioni. Perché la verità è lì. Limpida e chiara, finalmente forse.
Quelle parole sono sempre nelle mie orecchie. Sia quelle udite che quelle pronunciate.
Poi, nel mio caso, si va avanti. Quasi come se nulla fosse accaduto. Ma la verità diventa un “metro”, un termine di paragone sul quale misuri tutto ciò che dici o fai in seguito, più o meno consapevolmente.
S.

Cara S.,
lasciando da parte una cattiva compagnia come quella del rancore, che è uno specchio deformante puntato verso il passato con la pretesa di proiettare il futuro, il ‘metro’ della verità non è poi così male. Le parole dette, al netto di qualche aggettivo di troppo che si intrufola nei litigi, secondo me portano sempre qualcosa. La chiarezza prima di tutto. Abbiamo sperimentato quanto il non detto sia logorante. La verità, invece, semplifica, sbaraglia e non si guarda mai indietro.
Riccarda

Potete scrivere a: parliamone.rddv@gmail.com

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it