I DIALOGHI DELLA VAGINA
Illusioni e conquiste sopra il muro dei desideri
Sfide, cadute e panorami mozzafiato. I nostri lettori raccontano come hanno affrontato cime, scalate e ostacoli lungo il cammino.
Muri da evitare
Cara Riccarda,
io quasi in cima sono caduta.
S.
Cara S.,
e se un punto di arrivo, in realtà, non ci fosse mai stato? Hai mai pensato che potesse essere un muro più alto e insormontabile del previsto? E quanto più tu ti arrampicavi, tanto più si alzava? A me è successo di pensare che ci fossero cime a portata di mano, pareti con pioli e appoggi quasi fin troppo facili da salire e poi scoprire che le avevo guardate con una lente deformante.
Quando questi muri sono persone, dovremmo rinegoziare l’altezza e il suo valore a ogni passo e chiederci cosa stiamo facendo e se sia giusto il ruolo dello scalatore perenne, della fatica e della pelle scorticata. Conosco coppie in cui ad arrampicarsi è sempre uno solo, mentre l’altro sta a guardare, distante, dettando il ritmo della marcia e la distanza dalla meta. Per questo ti dico che possiamo anche imbatterci in muri che non finiscono mai e ora che sei caduta, approfittane per riposarti un po’.
Riccarda
Vedere oltre il muro per capirsi meglio
Cara Riccarda,
pochi mesi fa, reduce da un periodo lavorativo critico, mi sono chiesta quali fossero i miei interessi.
Non sono riuscita a darmi una risposta e mi sono resa conto che per molto tempo sono stata trascinata dal turbine degli impegni a tal punto da dimenticare cosa mi piace fare.
Ho iniziato così a scalare la parete delle passioni per cercare qualcosa che avevo dimenticato. All’inizio la scalata è stata scivolosa, non trovavo appoggi né idee e davanti a me vedevo solo nebbia. Ma sono andata avanti. Pian piano ho trovato qualche spiraglio, qualche punto di appoggio che mi ha ricordato i tempi della scuola, quando in estate amavo riassumere i pensieri dei miei filosofi preferiti. Poi si sono affacciati altri ricordi: il fare pace con le amiche d’infanzia scrivendo lettere, il prendere sempre mille appunti riguardo a cose da fare, sentimenti e riflessioni, l’inviare messaggi che gli amici etichettano come “poemi”.
È stato emozionante capire che la mia passione è scrivere. È sempre stata lì, nascosta dietro il muro che mi faceva vedere solo ciò che è utile o doveroso.
Ora che sono in vetta mi godo il panorama.
Non mi chiedo se è utile, perché la vista è mozzafiato e questo mi basta.
Annalisa
Cara Annalisa,
diamo spesso per scontato che le pareti siano fuori di noi e quindi ingovernabili, ma tu dimostri che noi possiamo edificare il nostro muro e tracciare anche il sentiero per scavalcarlo. La tua sfida è partita da te ed è rivolta a te, chi ti può fermare? Infatti ti stai godendo il panorma e allora…scrivi!
Riccarda
Potete scrivere a parliamone.rddv@gmail.com

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Riccarda Dalbuoni
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)