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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


Lui dice di avere bisogno di sei mesi. Lei risponde che possono bastare cinque minuti. Davanti a un aperitivo e nella penombra di un locale vuoto, due amici si incontrano. Lo fanno periodicamente, c’è sempre qualche emergenza ingestibile da consegnare alla lucidità di un altro.
Lui, da pochi mesi, vive di endorfine, si sente al limite di un’altezza da cui o cade o spicca il volo e finché sta lì in bilico va ancora bene perché nulla è stato scartato, c’è possibilità di scelta e tormento insieme.
Si è dato sei mesi di tempo per vivere tutto e metterci dentro ancora più roba tra quella a cui dovrà rinunciare oppure dovrà prendere. Perché poi sei mesi? gli chiede lei. Perché lo ha deciso una sua amica che sa e va bene così. Lei sorride e dice che le scadenze sono brutte e magari in un attimo la soluzione arriva.
Poi lui affonda, è il suo turno di domande che partono dal niente e arrivano sempre laggiù in fondo dove fa male. Dà quasi per scontato che lei sappia dire ti amo o anche solo mi manchi, lei fa un salto sullo sgabello e un’oliva le scappa dallo stecchino macchiando i pantaloni, non si aspettava questa domanda così difficile. No, mio Dio, non lo dico ti amo, sei pazzo? Mi manchi è successo, qualche volta, ma poche. Preferisce il manchi perché è più caldo e più pieno di chi in quel momento non c’è.
Discutono sulla responsabilità buttata addosso all’altro quando si dicono certe cose, anche solo mi manchi. Sarà per quello che lei se la tiene per sé quell’ammissione che avrebbe voluto dire di più e meglio, ma è rimasta bloccata lì dove poi diventa tristezza. È come se non si potesse più permettere di rompere quel vincolo di paura che rende finalmente manifeste le cose che vagano dentro. Non è vero che è lo stesso, si fa finta che sia lo stesso e che non importi dirlo.
Alla sera, a casa, si risentono per messaggio. Lui la sprona a bere un po’, a trascendere una buona volta, a dirlo se qualcuno manca.
Prometto, gli risponde, dammi sei mesi o un po’ di coraggio.

Come ve la cavate voi con le parole dette e non dette? Riuscite sempre a esprimerlo quel mi manchi che incespica e non sa se uscire?

Potete scrivere a parliamone.rddv@gmail.com

Ferrara film corto festival

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dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it