I DIALOGHI DELLA VAGINA
A DUE PIAZZE – Tre maschi ai tempi del…
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L’isolamento affettivo e il vagheggiamento a distanza. I lettori uomini raccontano come vivono il loro distanziamento asociale.
Il benzinaio
Cara Riccarda, caro Nickname,
il mio isolamento affettivo lo vivo in contatto omeopatico via etere, immagazzinando combustibile per le prossime fiammate.
Marco
Il cameriere
Cara Riccarda, caro Nickname,
io apparecchio quasi tutte le sere davanti a uno schermo.
F.
Il pavido
Cara Riccarda, caro Nickname,
l’ho conosciuta prima che i confini venissero chiusi, siamo stati insieme una volta sola e poi, solo il video ci ha uniti fino a oggi. E continueremo così perché abitiamo in regioni diverse. Ma io mi chiedo, come sarà un rapporto in presenza ora che mi sto abituando a guardarla soltanto da lontano? A volte una punta di paura mi prende perché la conosco più a distanza che da vicino.
G.
Cari uomini,
ma soprattutto amico G., che ammetti di temere quello che in molti preferiscono, cioè la mediazione piuttosto che il contatto. L’appiattimento sull’unica forma di interazione che in questi mesi ci è stata possibile (lo schermo), è vero che può innescare anche il dubbio di come sarà poi tornare a vivere in mezzo agli altri. Ci dovremo riabituare e cambiare ritmo soprattutto perché contatto è diventato sinonimo di contagio e credo che la prudenza la praticheremo ancora per molto e in modo istintivo. Quando la rivedrai, ti dominerà, senza che tu te ne accorga, la memoria olfattiva, quel profumo di lei che sicuramente non hai dimenticato.
Riccarda
Da Nickname
@ Marco,
molti apprezzano l’omeopatia, nonostante lo scetticismo della scienza ufficiale. Piuttosto, attento a che non esploda il serbatoio del combustibile.
@ F.,
nel senso che dietro lo schermo c’è qualcuno, o nel senso che il tuo partner è uno schermo?
@ G.,
spero tu abbia avuto il tempo di innamorarti del suo odore. Altrimenti il ritorno alla carne potrebbe essere spiazzante. Male che vada, ritorna in quarantena e goditela da lontano.
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Riccarda Dalbuoni
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