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A due piazze con Riccarda e Nickname sui paradossi, la mancanza di logica di certe cose che si sentono e non si spiegano.

N: Vivere segregati tra quattro mura per un tempo indefinito non è piacevole. Vivere segregati con qualcuno che non conosci più, o che conosci troppo, è decisamente spiacevole. Vivere separati da qualcuno che ami senza sapere quando lo rivedrai, senza poterlo assistere se sta male, può essere un incubo.Vivere separati da qualcuno che non si è ancora separato è un paradosso zen.

R: E perché non un paradosso di Zenone? Non potresti anche essere Achille affannato dietro una tartaruga in perenne vantaggio? O una freccia che, contro ogni apparenza, resta immobile nello spazio che occupa in quell’istante?

N: Il paradosso di Zenone è valido in matematica, ma in fisica Achille la tartaruga la raggiunge, eccome…In realtà mi riferivo piuttosto al fatto che i koan, gli indovinelli zen, mostrano i limiti della ragione. Usare la logica per spiegare perché accadono alcune cose è inutile. Alcune cose non sono giuste o sbagliate, bianche o nere. Alcune cose si sentono.

R: Mi piacerebbe chiederti cosa senti e come senti, sono sicura non useresti la logica, la cronologia dei fatti, il metodo dimostrativo a cui a volte ricorri.
Pronunceresti un nome, senza bisogno di spiegarti. E non sarebbe un paradosso.

Quali paradossi, contraddizioni avete vissuto? Quali conflitti avete rinunciato a spiegare logicamente?

Potete scrivere a parliamone.rddv@gmail.com

In copertina: elaborazione grafica di Carlo Tassi

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it