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da: ufficio stampa A.N.B.I.

“Grazie al ministro martina per aver detto parole chiare: chi discute i consorzi di bonifica deve dire chi svolgerà le loro funzioni, ma soprattutto con che soldi! La gestione dei consorzi di bonifica non ricade sulla finanza pubblica.”

“Ogni giorno i Consorzi di bonifica, là dove sono messi nelle condizioni di operare secondo i principi di autogoverno e sussidiarietà, rispondono con efficienza, efficacia ed economicità alle pretestuose istanze di chi li mette in discussione; non solo: in molti casi, riescono a supplire l’ente pubblico, anticipando risorse private per interventi urgenti in attesa dei finanziamenti.”
E’ quanto afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI), nel ringraziare il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, per “aver messo un’auspicabile pietra tombale sulle ricorrenti quanto sterili polemiche sulla loro soppressione, alimentate da evidenti interessi di parte: da oggi – prosegue il Presidente ANBI – chi sosterrà tale tesi dovrà soprattutto indicare come reperire le centinaia di milioni di euro, che annualmente i Consorzi di bonifica investono a servizio del territorio per la manutenzione della rete idraulica minore, la gestione dell’irrigazione, l’attuazione di interventi ambientali, la produzione di energia rinnovabile; tali risorse infatti non derivano dalla finanza pubblica, cioè a carico di tutti i cittadini, ma solo dal tributo, esente dall’IVA proprio perché non è una tassa, versato dai consorziati, cioè i proprietari di immobili urbani, extraurbani ed agricoli, che ricevano un beneficio dimostrabile dall’attività del Consorzio di bonifica. Nel ringraziare ancora il Ministro Martina per aver detto una parola chiara a sostegno dell’attività svolta ogni giorno dai circa 7.000 lavoratori dei Consorzi di bonifica italiani – conclude Vincenzi – ribadiamo di essere sempre disponibili ad un costruttivo confronto per migliorare un sistema capace non solo di riformarsi per primo sulla base dell’accordo Stato-Regioni del 2008, ma di essere esempio di gestione del territorio, studiato nel mondo.”

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