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da: ufficio stampa A.N.B.I.

Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, presenta i risultati del progetto di Difesa Attiva dell’Appennino

“In una fase di trasformazione organizzativa dello Stato, i Consorzi di bonifica si confermano anello di congiunzione fra i cittadini ed i livelli istituzionali nella logica del fare, che ne caratterizza l’operare in adesione al principio di sussidiarietà, che li contraddistingue”: a ribadirlo è Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, in relazione ai risultati prodotti in 4 anni dal Progetto Difesa Attiva Appennino, ideato e realizzato dal Consorzio di bonifica Parmense per snellire e sburocratizzare l’iter per lo stanziamento di fondi, rappresentando oggi un modello operativo di collaborazione fattiva tra imprenditori agricoli, privati ed enti chiamati a contribuire in modo eguale al fine comune della difesa del territorio e delle sue attività.
Indispensabile contro il dilagare del fenomeno di dissesto idrogeologico, la prevenzione capillare ha prodotto risultati tangibili per ben 234 aziende agricole, evitando l’abbandono dei territori montani, che ora possono contare su uno strumento incrementato nei fondi disponibili.
In questo modo anche l’agricoltura torna ad avere un ruolo non solo fondamentale, ma soprattutto riconosciuto nella gestione territoriale.
“E’ quindi indispensabile – conclude il Presidente ANBI – invertire la rotta degli ultimi 20 anni, fermando il consumo del suolo e rivivificando le zone montane, che oggi altresì rischiano lo spopolamento.”

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