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da MOSCA – L’autunno, iniziato ufficialmente Il 23 settembre, è ormai nella sua piena maturazione. Stagione romantica, di foglie che cadono, di colori caldi e avvolgenti. Ci sono il marrone, il beige, il giallo e il verdino spento, ma anche il rosa delle luci delle case che rimbalza sui vetri come in un colorato e felice caleidoscopio. Gli alberi si spogliano, fanno cadere i vestiti secchi pronti per il prossimo rigoglio primaverile, quando ci sarà la nuova rinascita. Alcuni si addormenteranno nel lungo e rigido inverno, altri intrecceranno i loro rami secchi in un lungo e forte abbraccio che li scalderà. Perché l’unione farà la forza.

com-autunno-alberi-fogliecom-autunno-alberi-foglieI bambini nelle scuole prepareranno orsetti e spaventapasseri da ritagliare, alberi, cornici e copertine da colorare, lavoretti per i genitori e i nonni, magari già pensando al Natale. E poi ci sono uva, mele, castagne, mandorle, noci, cachi e clementine. L’odore dei mandarini sbucciati. Cestini di frutta secca e ghirlande di pigne autunnali.
Spuntano cappotti, cappelli, guanti e sciarpe, soprattutto qui a Mosca, dove inizia già a fare freddino. Da un palazzo antico si sente suonare l’omonima stagione di Vivaldi. Le note leggere di pianoforte accompagnano le passeggiate di chi va a zonzo per la città.

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Mosca, autunno 2014
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Mosca, autunno 2014

Per molte culture, l’Equinozio d’autunno è un giorno di celebrazioni, un momento speciale nel quale le forze di luce e tenebra sono in perfetto equilibrio. Anche per noi è un passaggio importante, un tempo per la meditazione, per rivolgersi all’interno, durante il quale la separazione tra visibile e invisibile si assottiglia fino quasi a scomparire. Nella memoria delle antiche popolazioni celtiche, l’Equinozio autunnale veniva festeggiato col nome di Mabon: il giovane dio della vegetazione e dei raccolti. Indicato col nome di Maponus, nelle iscrizioni romano-britanne, è il figlio di Modron, la Dea Madre: rapito tre notti dopo la sua nascita, fu imprigionato per lunghi anni fino al giorno in cui venne liberato da Culhwch, cugino di Re Artù. Il suo rapimento è l’equivalente celtico del rapimento greco di Persefone. Nell’antica Grecia si celebravano i Grandi misteri eleusini, che rievocavano appunto il rapimento di Persefone, figlia della dea Demetra che regolava i cicli vitali della terra, condotta agli inferi dal dio Ade che ne fece la sua sposa. La leggenda racconta che Demetra, come segno di lutto e fin quando non riebbe sua figlia, rese impossibile il germogliare delle sementi e delle piante e sterile la terra. Ogni autunno si rivive il sacrificio degli dei che, dopo le gioie e le glorie amorose della primavera e dell’estate, dopo aver dato con la massima potenza fecondante i frutti a tutti gli esseri viventi, sono costretti a declinare nel buio della Terra. Che però resta casa, ventre, madre, riparo accogliente.
L’equinozio è anche il tempo del seme, delle radici officinali, delle potature, del compost e dell’acqua. In Francia, dal 1793 al 1805, questo giorno divenne il Primo dell’anno e in Giappone ancora oggi è una festività dedicata agli avi e alla famiglia.
Da poco passato l’equinozio, passeggiamo fra i colori, sapendo che i posti più belli in questo momento dell’anno sono sicuramente Canada e Giappone, ma che noi siamo qui. Contenti, comunque, di poter respirare una fresca aria di casa, sotto le stelle.
E allora, benvenuto dolce, timido, caldo e sereno autunno.

Foto di Simonetta Sandri

In occasione dell’arrivo dell’’autunno il New Yorker ha selezionato 40 sue bellissime copertine autunnali. Il settimanale statunitense è celebre anche per la bellezza e varietà delle sue copertine. Tra queste, alcune traggono spunto dagli elementi classici dell’autunno: foglie secche che cadono al suolo, alberi spogli, nature morte, quasi tutto in tinte virate all’arancione. Ce ne sono anche altre, però, che reinventano gli stessi elementi e ci aggiungono un po’ di fantasia, come quella del 12 settembre del 1994, con impiegati in giacca e cravatta che camminano sui trampoli con le loro valigette, mentre alle loro spalle si staglia lo skyline di New York [vedi].

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.


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