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Hpo inaugura il nuovo atelier nel centro di Ferrara

Articolo pubblicato il 3 Ottobre 2019, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Organizzatori

Da collettivo ad associazione: un nuovo spazio per l’architettura e il design.

Hpo a distanza di due anni dalla sua fondazione apre il proprio atelier nella città di Ferrara.
Il nuovo spazio, votato all’architettura e al design, verrà inaugurato sabato 5 ottobre in via Vignatagliata 33 A. Dalle 19 alle 23, accompagnata da musica e aperitivo, sarà esposta l’ultima installazione ideata dal gruppo: Laserhut, ispirata ai risvolti creativi delle recenti proteste organizzate ad Hong Kong. 
L’evento, aperto al pubblico, sarà l’occasione per presentare gli ambienti completamente rinnovati a cui il gruppo si è dedicato durante l’estate, illustrare il lavoro svolto negli ultimi anni e il percorso che Hpo intende intraprendere a partire non solo dal nuovo spazio ma anche dalla nuova forma associativa.

ll gruppo, che nelle ultime settimane ha avuto occasione di presentare il proprio lavoro al Macro di Roma in occasione del festival New Generations e alla rassegna Spazi Sospesi organizzata a Firenze dell’Ordine degli Architetti, prende forma come collettivo nel 2017 nell’ambito della Facoltà di Architettura di Ferrara. Amano descriversi come “una reazione a una condizione di noia dopo giorni di samba brasiliana e precisione svizzera”,  una volta ritornati da esperienze di studio all’estero infatti capiscono l’importanza di creare un’alternativa alla normale agenda curricolare. L’organizzazione di conferenze, eventi e workshop come Menodieci (dedicato agli studi con meno di dieci anni di attività) è diventata l’opportunità per riflettere sulla condizione dell’architetto, riducendo la distanza tra come l’architettura viene insegnata e cosa l’architettura può essere veramente.
L’esperienza all’interno dell’università li ha portati a credere che ‘fare’ sia meglio di ‘renderizzare’ e realizzare immagini, creandosi quindi l’opportunità di prendere parte attivamente al mondo dell’architettura.
Dopo essersi resi conto della ormai sottile linea che divideva lo studente dal professionista trovano le occasioni per realizzare le prime installazioni: Zero, il primo allestimento, è da subito un successo, con più di 2000 presenze in due giorni. Vera Plastica un’ installazione che mette insieme 51 oggetti di design italiano degli anni ‘70 all’interno del Festival della Filosofia di Modena e Supercinema  in collaborazione con l’associazione Ilturco, punta a innescare il processo di riqualificazione di via Gobetti, una piazza abbandonata di Ferrara. Altri progetti importanti sono in cantiere per il prossimo futuro, come il nuovo Laboratorio Urbano Aperto di Modena. Il gruppo di giovani si definisce come un “esperimento che mira a superare il confine tra uno studio di architettura ed un’impresa di pulizie” e oggi Hpo ,  mosso dall’urgenza di unire le forze in un’identità collettiva, prende corpo sotto forma di associazione, con la convinzione che si possa agire con risonanza da ovunque, anche da qui. 

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani