Anch’io, come tutti, sono ancora (comprensibilmente) molto scosso dall’affaire Cristiano Ronaldo.
Mi chiedo cosa possa essere andato storto durante il colloquio telefonico fra il campione portoghese e il nostro campionissimo Mario Draghi: come ha potuto fallire il nostro miracoloso Primo Ministro nel tentativo di convincerlo a rimanere qui, per il bene socio/cultural/economico del Paese?
Francamente: non ho ipotesi.
Mario Draghi è un Uomo certamente poco avvezzo ai fallimenti ma vabbè, dopo la vittoria dei Maneskin all’Eurovision, la vittoria degli Azzurri agli Europei, la sportina di medaglie con cui i nostri Olimpionici son tornati dal Giappone e le altre Grandi Imprese in corso alle Paralimpiadi insomma: Mario Draghi ha già fatto molto, forse pure troppo per un Paese come il nostro che forse non merita tutto questo ben di Dio e quel moderno Dio che è Mario Draghi stesso sé medesimo.
Forse la risposta c’è: Mario Draghi ha lasciato partire egli stesso sé medesimo l’ingrato fuoriclasse ex-zebrato, è stato Lui a dargli l’ok.
E quando Mario Draghi dà un ok: vuol dire che è davvero ok.
Il nostro possente Premier si sarà seduto al Gabinetto con i suoi colleghi e avrà fatto in conti a mente insieme a loro, decidendo poi che questo CR7 poteva pur andare dove voleva perché questa nostra Italia nel pieno di un nuovo meraviglioso Rinascimento: non ha certo bisogno dei servigi e dell’indotto socio/cultural/economico di questo sgrammaticato campione un po’ egocentrico.
Va bene così, tutto regolare.
Anche questa settimana, oggi come ieri e come domani e nei secoli dei secoli: GRAZIE MARIO.
Buona settimana a tutti e come sempre: W MARIO!
Cordiali saluti e via col pezzo a tema.
Heroes and villains (The Beach Boys, 1967)
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