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26 Marzo 2016

Happy B-Day, Toxic Twin

Tempo di lettura: 3 minuti


Oggi scappo dalle notizie perchè l’unica notizia che mi ha evitato gli sbadigli è il concerto gratuito degli Stones a Cuba.
Ma con Cuba direi che abbiamo già dato ieri.
E oggi è il compleanno di un personaggio a cui devo molto da quando avevo 12 anni: Steve “guarda-come-mi-sta-in-bocca-un’armonica-intera” Tyler.

Brano: “Spaced” degli Aerosmith
Brano: “Spaced” degli Aerosmith

Putroppo, ormai, quest’uomo viene liquidato troppo spesso con una faciloneria che mi infastidisce moltissimo.
Troppo spesso, quando mi tocca parlare del mio amore per gli Aerosmith, si arriva a queste due parole: “quei tamarri”.
Ma chi ha un paio di orecchie e un po’ di sano buongusto misto a della sana cazzonaggine sa bene che non è così.
I primi dischi degli Aerosmith restano oggettivamente dei capolavori di rock’n’roll scritto, suonato, arrangiato e prodotto in modo superbo.
Roba che a mio avviso è invecchiata molto meglio di tante altre band dell’epoca tuttora ben più celebrate.
E qui mi fermo per non fare dei morti.
Perchè gli Aerosmith di quel primo periodo della “formazione classica” (’73/’78) erano un gruppo che non sbrodolava mai.
Ed erano davvero un’eccezione, nel loro campo.
I motivi di questa sorprendente sobrietà sono tanti.
Gli Aerosmith hanno sempre avuto un senso melodico sopra la media, un senso melodico figlio al 100% della British Invasion e soprattutto dei Beatles.
E qui ci allacciamo direttamente al “sesto Aerosmith”: Jack Douglas.
Quel tipo che poi lavorò con John Lennon e con Patti Smith.
Un produttore davvero geniale e sobrissimo.
Un produttore con cui quei 5 ceffi di Boston non hanno mai scazzato un disco.
E occhio che queste cose non le dico solo io ma le dicono anche songwriter 10+ come Kurt Cobain e Kim Deal.
E se un gruppo “rispettabile” come i R.E.M. piazza una grandissima cover di “Toys In The Attic” in un disco zeppo di cover degli altrettanto “rispettabili” Velvet Underground, devo aggiungere altro?
No.
Quindi auguroni a quella boccaccia e via con un pezzo sottovalutatissimo.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

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