Per oltre dieci anni con cadenza biennale in questo periodo si è tenuta a Ferrara la Fiera Internazionale dell’Acqua. Il crescente successo della iniziativa ha portato gli organizzatori di BolognaFiere a spostare la prossima edizione a Bologna. Ne parliamo con il referente scientifico della parte convegnistica, l’ingegner Andrea Cirelli, già direttore di Federambiente.
Dunque H2O emigra a Bologna?
Purtroppo sì, perché era ormai da anni un appuntamento tradizionale per Ferrara e molto atteso: per i contenuti proposti e per l’ospitalità offerta dalla nostra bella città, assai apprezzata soprattutto dai relatori stranieri. Ma la rassegna di anno in anno è lievitata di importanza: l’ultima edizione, che si è tenuta subito dopo il terremoto, ha avuto oltre 7000 visitatori da tutto il mondo. Servivano spazi e servizi differenti.
Un successo che paradossalmente penalizza Ferrara che l’ha propiziato…
E’ vero, però credo che molti relatori e visitatori per l’abitudine e per la vicinanza sceglieranno ancora di pernottare e cenare a Ferrara. L’evento è riconosciuto come il principale in Italia sul tema complesso e delicato dell’acqua. Ogni edizione si arricchisce e suscita sempre maggior interesse. Anche per questo motivo, con l’obiettivo di divenire evento ancor più importante a livello nazionale ed internazionale, gli organizzatori hanno deciso di cambiare sede e date trasferendosi nel quartiere fieristico di Bologna. Quest’anno l’appuntamento è dal 22 al 24 ottobre, in concomitanza con altre due importanti manifestazioni: Smart City Exhibition, dedicata alla città e Saie dedicata al mondo delle costruzioni. Si conferma quindi essere una occasione importante per gli addetti ai lavori e gli esperti del settore.
Quali saranno i temi principali che affronterete?
Il settore dell’acqua continua ad essere di grande interesse industriale e soprattutto di grande importanza ambientale. Noi su questi temi intendiamo impegnarci sempre di più e il riconosciuto successo di H2O delle passate edizioni ci spinge a cercare di fare sempre meglio. La presenza delle maggiori associazioni di categoria e di settore, dei migliori centri studi e universitari, delle più grandi aziende del settore ci conforta. Ci saranno in contemporanea dodici sale con seminari tutti e tre i giorni e la presenza di ottocento relatori provenienti da tutto il mondo. Oltre ai temi classici di interesse generale sulla regolazione, sulle innovazioni tecnologiche e sugli aspetti economici, finanziari e gestionali. Cercheremo di approfondire alcune tematiche attuali, tra cui la attuazione della direttiva-quadro comunitaria sulle acque, il risparmio della risorsa, i beni comuni, l’analisi delle acque e la loro qualità, la dinamica degli investimenti e dei finanziamenti, la regolazione tariffaria e analisi ricorsi… Poi come sempre sono previsti dei focus specifici su protezione sistemi idrici, telecontrollo e automazione, misuratori di portata, analisi reti fognarie, gestione sistemi informativi e molto altro.
Tratterete anche il rapporto fra mondo della ricerca e impresa?
Ci aspettiamo, al riguardo, importanti contributi anche dal mondo universitario. Da sempre la facoltà di Ingegneria della Università di Ferrara offre un contributo scientifico importante per mezzo del Cssi (sempre ben coordinato dal professor Franchini) a cui fanno riferimento importanti facoltà di ingegneria di diversi atenei. Sarà affrontato il tema del rapporto tra Università e mondo dell’industria, ragionando sulle possibili collaborazioni e iniziative di trasferimento tecnologico (sui temi del risanamento ed efficienza delle reti di distribuzione attraverso la realizzazione dei distretti idrici, sulla gestione delle pressioni e delle perdite nella rete idrica, sulla diagnosi dei sistemi di adduzione nelle reti idriche mediante transitori, sul monitoraggio delle infrastrutture fognarie, sul Global Vulnerability Assessment of Water Distribution System, sul Sistema di supporto alla decisione per la gestione delle risorse idriche e molto altro ancora).
Cosa pensa del futuro del settore?
Sul tema dell’acqua molte stanno cambiando a tutti i livelli: internazionale, nazionale e regionale. Si tratta di un buon segnale che indica come stia crescendo la sensibilità generale su questo fondamentale tema. Posso provare a citare alcune questioni importanti a partire dalla constatazione che è di quest’ultimo periodo il frequente richiamo istituzionale e dell’opinione pubblica sull’emergenza idrica; è necessario avviare iniziative per ridurre i prelievi di acqua e incentivarne il riutilizzo. La situazione delle infrastrutture idriche e della gestione dell’acqua è fortemente critica; per tentare un superamento della cronica debolezza strutturale sono necessari ingenti investimenti; è opportuno valutare dove e come reperire queste risorse
Inoltre un approccio moderno e sostenibile al problema della qualità deve fare riferimento alla natura dei corpi recettori, sia in senso generale, sia in funzione della specificità degli usi; bisogna incentivare la riduzione degli sprechi, migliorare la manutenzione delle reti di adduzione e di distribuzione, ridurre le perdite, favorire il riciclo dell’acqua ed il riutilizzo delle acque reflue depurate.
E gli utenti?
Vanno sensibilizzati al risparmio nell’utilizzo dell’acqua per uso domestico, ma anche a contenere e ridurre lo spreco di acqua – anche potabile – negli usi produttivi e irriguo, in particolare bisogna incoraggiare e sostenere “anche con incentivi economici” specifiche ricerche e studi per migliorare l’utilizzo dell’acqua nei processi produttivi.
Come ci si può riuscire?
Attraverso lo sviluppo di una cultura economica dei servizi pubblici ambientali, maggiore attenzione sia a livello di costi che soprattutto di prezzi e dunque di tariffe; implica un percorso di civiltà, ma anche il necessario sviluppo di una cultura economica dei servizi pubblici locali.
E ciò comporta anche agire sulla molla delle tariffe?
Il sistema tariffario è uno degli aspetti fondamentali e forse più critici nel sistema di gestione dei servizi ambientali: il valore, il costo ed il prezzo del servizio devono essere tra loro collegati e interdipendenti.
Cosa significa?
Intendo dire che il “giusto prezzo”, dell’acqua è un importante incentivo per incoraggiare un utilizzo sostenibile dell’acqua stessa: una accurata politica tariffaria regola infatti i consumi e soprattutto da il giusto valore al bene. Nello stesso tempo bisogna trovare forme di incentivazione anche per il gestore che favorisce la riduzione dei consumi. Viceversa potrebbe essere dissuaso se il suo interesse restasse unicamente connesso al consumo dell’acqua.
Bisogna inoltre incentivare e remunerare la qualità esplicita ed implicita – con idonei strumenti tariffari – e nel contempo penalizzare ritardi e disservizi (le carte dei servizi devono diventare uno strumento contrattuale di regolazione e non servire come documento d’immagine). Gli incrementi tariffari non devono essere solo collegati alla copertura dei costi del servizio, ma anche a parametri di qualità.
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Redazione di Periscopio
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