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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Un finanziamento europeo da un milione di euro arriva all’Università di Ferrara e all’Azienda ospedaliero-Universitaria S. Anna, grazie a “Clockwork”, un’innovativa applicazione tecnologica in grado di controllare i ritmi biologici individuali a scopo preventivo e curativo.
Unife e l’Azienda S.Anna, infatti, si sono aggiudicati l’importante finanziamento dal Programma europeo AAL (Ambient Assisted Living) – Call 6, per la realizzazione di applicazioni innovative di tecnologie d’informazione e comunicazione atte a favorire migliori condizioni di vita e salute per la popolazione adulta e anziana, riducendo così i costi dell’assistenza sociale e sanitaria.
Protagonista del progetto, il gruppo di ricerca del Prof. Francesco Portaluppi della Clinica Medica di Unife, diretta dal Prof. Roberto Manfredini, che si è consorziato con sette aziende europee (Portogallo, Spagna, Austria, Ungheria e Italia) per sviluppare questo sistema informatizzato per il controllo dei ritmi biologici individuali, che consentirà non solo di rilevare eventuali de-sincronizzazioni, ma anche di ripristinare normali ritmi circadiani quando necessario.
Per poter concorrere, ogni progetto doveva consorziare partecipanti di almeno 3 stati comunitari. Sono stati ammessi al finanziamento 18, di cui in solo 4 dei quali compaiono gruppi italiani, degli 81 progetti presentati al bando del 2013. Delle Università italiane hanno ottenuto finanziamenti solo Unife a la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
E proprio la settimana scorsa si è svolta a Porto (Portogallo), la prima riunione di lavoro del progetto, che avrà una durata di 3 anni per un costo totale di € 1.643.000.
“La disciplina che si occupa delle fluttuazioni temporali delle funzioni vitali si chiama cronobiologia – afferma Portaluppi – ed ha nella Clinica Medica e nel corso di studio di biologia dell’Università di Ferrara, una tradizione pluridecennale. Gli studi scientifici compiuti sia su animali che nell’uomo, indicano che il mantenimento di normali ritmi circadiani e la correzione di un’eventuale loro de-sincronizzazione determinata da particolari turni di lavoro o da stili di vita incongrui, sono requisiti fondamentali di salute e longevità individuale. L’idea di un sistema in grado di controllare i ritmi circadiani individuali a scopi preventivi e terapeutici nasce non a caso proprio al S. Anna, dove non solo esistono le indispensabili competenze cronobiologiche, ma dove vari tipi di professionisti sanitari lavorano anche in turni a rotazione che potrebbero alterare i ritmi biologici individuali. Clockwork si potrà applicare a questi e a molti altri lavoratori dei più svariati settori – dalle forze dell’ordine ai vigili del fuoco, dagli astronauti agli equipaggi di qualsiasi mezzo di trasporto, addetti ad impianti o servizi in funzione 24 ore al giorno – esposti al rischio di de-sincronizzazione da turni a rotazione. Si stima infatti che circa il 20-25% (ma la percentuale è in crescita) della popolazione europea sia costituita da lavoratori turnisti. Il problema della de-sincronizzazione non riguarda solo i lavoratori, ma anche gli studenti, sempre in cerca di tempo da dedicare non solo allo studio ma anche ad attività culturali, sportive e ricreative”.
“In definitiva – prosegue Portaluppi – il problema è di chiunque adotti uno stile di vita tendente ad aumentare le ore giornaliere di veglia a scapito di un sonno notturno più breve o frammentato. A lungo andare, infatti, la de-sincronizzazione può provocare un aumento del rischio di insorgenza o di aggravamento di molte tra le malattie oggi più diffuse, comprese quelle cardiovascolari, dell’apparato gastro-intestinale, e vari tipi di tumore. Oltre al ritmo sonno-veglia, il più importante sincronizzatore biologico è senza dubbio la luce, ed in particolar modo alcune sue frequenze d’onda. Il sistema Clockwork consisterà di tre parti principali: un modulo di monitoraggio dell’attività fisica e di alcune funzioni vitali dell’individuo; un’applicazione di supporto e di feed-back che raccoglie le informazioni dal modulo di monitoraggio, le integra con quelle del modulo di controllo ambientale, e restituisce sia all’individuo che al controllo ambientale le informazioni e le istruzioni appropriate ed un modulo di controllo ambientale in grado anche di modificare selettivamente le condizioni di illuminazione dell’ambiente circostante”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA



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