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Da: Udi Ferrara

La barricata umana respinge la richiesta di ospitalità di 12 donne e 8 bambini migranti

Anche noi dell’ Udi, come il mondo intero, abbiamo assistito ad una preoccupante perfomace della comunità di Gorino.
Dopo il provvedimento del Prefetto di disporre la requisizione con carattere eccezionale e straordinario di una parte dell’ ostello per l’ accoglienza di donne migranti e bambini, è stato accolto con una forte opposizione fisica da parte dei cittadini, tra cui lo stesso gestore dell’ ostello ospitante. La mediazione con gli abitanti non ha avuto esito positivo; il sostegno èmarrivato dalla collaborazione tra i sindaci dei comuni vicini Comacchio, Codigoro e Fiscaglia, il sindaco di Ferrara e le forze dell’ ordine che hanno alla fine provveduto a trovare una sistemazione.
L’Udi di Codigoro si è prontamente operata per dare assistenza alle quattro donne accolte dal loro Comune, fornendo loro vestiti e cibo.
La gravità della situazione impone di fermarci a riflettere sulla legittimità delle paure che si traducono in comportamenti di chiusura e di rifiuto: siamo forse giustificati a negare a chi ne ha diritto (e versa in uno stato di forte bisogno) un servizio che lo Stato e la società hanno l’ obbligo e il dovere di corrispondere, unicamente sulla base di un sentimento?
La sensazione di ‘spodestamento’ avvertita dalla cittadinanza non è forse sproporzionata rispetto alle effettive conseguenze? Possono davvero quella decina di donne e pochi bambini essere una concreta minaccia per una comunità intera? E quella comunità non ha forse mostrato con quell’ atto di forza una fattiva fragilità?
Quale Associazione che contrasta ogni comportamento che genera violenza, rimaniamo ferme nel ribadire la denuncia e il contrasto a tutte le forme di incitamento all’ odio razziale, qualsiasi sia la provenienza di dimostrazioni in tale senso, considerata l’innegabile infondatezza dei timori che vi si nascondono alle spalle.
A questo si aggiunge anche l’ amara constatazione che chi formava la barricata ha tra i propri nonni o genitori la testimonianza (ad appena una generazione, forse due di distanza) di cosa significhi dover chieder sostegno per vincere uno stato di indigenza e povertà. È noto infatti che quella zona del Delta del Po, nel secondo dopoguerra, aveva un particolare bisogno di sostegno anche per quei beni di prima necessità, al punto da trasferire interi gruppi di fanciulli in altre famiglie della provincia e altre regioni che li accoglievano, li sfamavano e li curavano.
Cogliamo quindi questa occasione per rinnovare l’ invito a comprendere la posizione esistenziale in cui chi richiede protezione internazionale si trova, dimostrando solidarietà e operandosi per dare tutti gli aiuti possibili.
L’ associazione Unione Donne in Italia condanna le scelte dei governi che portano a situazioni di conflitti umani, usano la guerra come strumento di risoluzione di controversie internazionali.
Sottolineiamo l’ importanza di fare leva sulle esperienze nuove e sullo scambio anche tra tradizioni differenti per poter contrastare comportamenti di chiusura, dettati da paure e timori ingiustificati.

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