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Da: Roberto Guerra, futurologo Direttivo GOL

Vittorio Sgarbi, neppure a sorpresa, è sceso in campo nell’agorà politico ferrarese per le elezioni amministrative del 2019. Più o meno schierato, come ha dichiarato esplicitamente, con le opposizioni, in ogni caso candidato anche a Sindaco. In una città normale, vista l’assoluta meritocrazia culturale di cui , piaccia o meno, Sgarbi può vantare in sede nazionale quasi un unanime consenso (tranne una minoranza di addetti ai lavori quasi tutti di fama inferiore), oltre alla sua eccezionale visibilità mediatica, neppure si dovrebbe discutere, se la Meritocrazia ha un senso: opportunità straordinaria per il futuro di Ferrara. NATURALMENTE, gran parte dell’intellighenzia ferrarese, da sempre sinistroide, e purtroppo anche troppi ferraresi profani, a quanto pare, in gran parte anonimi sul piano culturale fuori mura e ancor di più anonimi cittadini, non gradiscono Vittorio Sgarbi…………..
Poco male, in ogni caso, Sgarbi è già nella storia dell’arte contemporanea, molti addetti ai lavori istituzionali e molti intellettuali ferraresi sono già congelati nelle cronache ingiallite dei giornali o nei soliti loculi bibliotecari che nessuno legge.
A parte il solito Maisto, da sempre ostile a Sgarbi, valga per tutti tal Baratelli che persino è contrario a una semplice via al trasvolatore Balbo di fama mondiale, in quanto fascista (poco gli importa a tal oggettivo storico local che Balbo si oppose persino alle leggi razziali: mai Baratelli ha inoltre contestato Napolitano presidente della Repubblica per il suo appoggio ai carrarmati comunisti e sovietici nel 1956 in Ungheria, ma appunto parliamo come per gli stessi Maisto, Buzzoni e la Quarzi di nani della politica e della cultura che fuori Ferrara nessuno si fila, figurarsi dopo un certo De Felice…o lo stesso E.Nolte… persino Cacciari).
In realtà con Sgarbi, Ferrara ex Capitale del Rinascimento (non a caso Rinascimento il logo del suo S-Partito…) ha storicamente l’ultima possibilità, con Sgarbi sindaco o- come dichiarato tranquillamente dal critico d’arte stesso- anche come Assessore alla Cultura o Art Director del Palazzo dei Diamanti- di scommettere realisticamente su un futuro appunto neorinascimentale e di alto livello.
Tempo un anno, Sgarbi riuscirebbe, per manifesta superiorità culturale e anche Mediatica, a fare quel che nessuno è riuscito fare in ambito culturale e turistico in 30 anni di supposta Ferrara città d’arte: da Sateriale a Tagliani, da Maisto, qualche risultato indubbio, ma a “medio lungo termine,” Ferrara sempre Cenerentola dell’economica regionale, ergo, la vecchia scommessa ormai di città d’arte è fallita.
Ovunque ha storicamente avuto potere politico-culturale Sgarbi ha sempre fatto boom:
si pensi solo a Salemi anni fa, villaggio storico ma sconosciuto balzato all’attenzione mediatica internazionale (poi esperimento quasi d’annunziano fermato con pretestuose accuse di mafia finite successivamente per quel che riguarda Sgarbi nel nulla); idem, recentemente a Sutri, ecc.
Sgarbi va alla velocità della luce rispetto alle lumache di qualsivoglia addetto alla cultura istituzionale locale, figurarsi di certa intellighenzia local e che da tempo confondono persino l’epistemologia con il terzomondialismo (fino all’estate e alle vacanze quando naturalmente va bene Capalbio città chiusa….) o il Titanic con le Navi Ong… Neppure è necessaria nel 2019 chissà quale analisi biografica di Sgarbi. Basta un giro nel web per contare (centinaia e centinaia) le sue pubblicazioni e mostre curate, anche nel mondo, oltre all’Audience mediatico che garantirebbe per Ferrara in Italia e non solo (come ha già dimostrato con la sua ancora recente Collection mostra in Castello che ha ridicolizzato in tal senso le ultime ingessate mostre al Palazzo dei Diamanti). Oppure, senza Sgarbi, magari le opposizioni riusciranno a fare di Ferrara una città nuovamente sicura e pulita, ma realisticamente al massimo un Villaggio d’arte minimale e apprezzabile: tuttavia certo zeit geist di questi tempi liquidi e di autoalienazione schizoide (come cantavano i King Crimson) pseudoeuropea alla lunga destinerà Ferrara soltanto a un Borgo di Bologna….
Gol quindi per Sgarbi a Ferrara, poco importa se persino candidato sindaco quindi virtualmente un rivale, ma appunto Gol si conferma non politichese ma nuova politica anti-ideologica evoluta per un futuro di Ferrara evoluto, altro che le fiction ultime del PD area con la Fusari sul piano futuribile
persino parodia di qualsiasi sibilla o dello stesso meno compromesso e più attendibile Bernabei ma ingenuo: qualsiasi lifting fuori storia del PD o della fu sinistra attuale è fuorviante e illusorio.

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