Gli studenti del Montalcini a lezione di umanitá, per non dimenticare che anche se la nave viene sbattuta dalle onde, non sempre affonda…
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Da organizzatori
‘Fluttuat nec mergitur’ (anche se il vascello viene sbattuto dalle onde, non affonda) questo motto riassume perfettamente il ‘succo’ della lezione a cui hanno assistito oggi gli alunni della classe 5 A indirizzo socio-sanitario dell’Ipsia di Argenta.
Questa lezione é stata svolta da un professore d’eccezione: l’ing meccanico Achille Di Giuseppe, ex insegnante del Montalcini, che ha subito un gravissimo trauma a seguito di un incidente stradale, che ha cambiato totalmente la sua vita.
Dopo il coma, Due anni di riabilitazione trascorsi al San Giorgio, il prof Di Giuseppe che si ritiene un ‘mezzo salvato’, ha compreso che il Mondo della sofferenza é un mondo vasto e inesplorato e che i Progetti di vita delle persone molto spesso vengono stravolti, ecco perché é importante vivere la propria esistenza in modo consapevole, con coscienza e rispetto per se stessi e per gli altri.
Il taglio della lezione ha riguardato anche il modo con cui l’Operatore Socio Sanitario si dovrebbe rapportare con un paziente che ha subito un gravissimo trauma ovvero Dando giuste aspettative, ma non false speranze, con competenza in modo equilibrato, ma anche con Ironia , sdrammatizzando ciò che é drammatico, senza metterlo a disagio, empaticamente, guardando oltre l’apparenza, vivendolo come persona nel senso pieno del termine.
Al termine della lezione si sono,susseguite una serie di domande da pelle d’oca da parte degli studenti di quinta e futuri OSS del tipo: ‘ma perché é capitato proprio a lei?’ ‘Che fine ha fatto la persona che l’ha investita?’Che cosa ha pensato appena si è svegliato dal coma?’ ‘Lei é credente?’ ecc..
Risposte profonde e piene di senso da parte di Achille, che hanno lasciato studenti e docenti senza parole, consci della labilitá della vita e della fortuna che si ha se la si vive in modo intenso, ma consapevole

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Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani