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da: Centro ricerche Documentazione e Studi

L’Annuario socio-economico ferrarese 2016, giunto alla 29° edizione, che sarà presentato giovedì 17 dicembre 2015 alle ore 17, affronta temi importanti per lo sviluppo solidale e sostenibile del nostro territorio.
La principale chiave di lettura a livello macro: l’assestamento
Il quadro economico e sociale locale che emerge è contraddistinto da una serie di modesti ma significativi segnali positivi che, pur non potendo essere considerati come conferma di ripresa effettiva, indicano comunque una fase di assestamento del nostro sistema economico e istituzionale.
Lavoro – Occupazione
Il tasso di disoccupazione provinciale registra un lieve calo rispetto all’anno precedente, passando dal 14,2% del 2013 al 13,3% del 2015, anche se l’effetto vistoso della crisi in provincia di Ferrara è proprio sull’occupazione, se si considera che la fascia 15-64 anni è caduta di 5,7 punti (da 69% del 2007 al 63,3% del 2014), creando un divario rispetto alle altre province limitrofe.
Le ore di cassa integrazione si sono dimezzate rispetto all’anno precedente, scendendo a circa 600mila (stima) rispetto al milione ed oltre degli ultimi anni.
Nella nostra provincia il tasso di disoccupazione giovanile 15-29 anni è salito fino al 36% nel 2013 per poi attestarsi al 30% nel 2015.
La crisi occupazionale ha colpito in modo diverso le aree della provincia di Ferrara.
L’area più colpita è il Basso ferrarese con un tasso di disoccupazione che va dal 15% di Jolanda al 19% di Comacchio, mentre l’area dell’Alto ferrarese si è difesa soprattutto grazie alla buona qualità della propria manifattura.
Attività produttive
Il saldo tra assunzioni e cessazioni nel 2015 pur rimanendo negativo (-410) è comunque diminuito di tre volte rispetto il 2014 (-1200). Per il 2016 è attesa una ripresa della produzione e degli ordinativi. L’occupazione appare complessivamente in leggera flessione (-0,6%) anche se, rispetto al forte calo registrato nello scorso semestre di rilevazione (-5,7%) si va verso la stabilizzazione. I settori che hanno contribuito alla tenuta sono stati il metalmeccanico e l’alimentare.
Anche per il sistema manifatturiero si cominciano a intravvedere segnali di ripresa.
Nel 2015 le imprese manifatturiere con una più elevata propensione all’export hanno ottenuto le performance migliori sostenute dal favorevole tasso di cambio euro/dollaro, dal prezzo del petrolio e più in generale dalla riduzione delle materie prime. La produzione è aumentata dell’1,5%.
Agroindustria
Cds quest’anno ha studiato e individuato le caratteristiche di due importanti distretti agroindustriali del Basso Ferrarese che danno grande forza alla nostra agricoltura: il Distretto del Riso (produzione, lavorazione, commercializzazione, promozione e ristorazione) e il grande Distretto del Pomodoro (produzione, lavorazione, confezionamento, commercializzazione). In ascesa anche l’agricoltura biologica.
Edilizia e mercato immobiliare
Nel 2015 timidi segnali di ripresa nella compravendita di edifici (visto il calo dei prezzi) e nelle ristrutturazioni. Sembra aprirsi, così, una nuova fase e opportunità per l’edilizia ferrarese: oltre il 55% delle abitazioni sono state costruite prima degli anni ’70, tanto che nel 2015, attraverso incentivi fiscali sulle qualificazioni e ristrutturazioni, il comparto rappresenta il 37% del valore degli investimenti nelle costruzioni.
Immigrati
I residenti stranieri (comunitari e non comunitari) inseriti nei contesti lavorativi e scolastici: alla fine del 2014 rappresentano l’8,5% dell’intera popolazione ferrarese, un trend, tutto sommato, contenuto delle presenze nell’ultimo triennio, se si considera che nel 2011 rappresentavano l’8,1%.
Scuola superiore e Università
Nella provincia di Ferrara nell’anno scolastico 2015/2016, gli alunni iscritti alle classi prime delle scuole superiori risultano essere 3.371, con una flessione del 5% circa sull’anno precedente.
Per quanto riguarda l’Ateneo estense, si osserva invece un aumento degli iscritti del 2,4% rispetto all’anno precedente. Al primo posto troviamo il Dipartimento di Studi Umanistici e quello di Economia e management con il 18% di immatricolati, seguiti da quelli di Ingegneria e Scienza della vita e biotecnologie con il 10%. I laureati sono in calo (-3,3%): nell’anno 2014 sono stati 2.984 contro i 3.085 del 2013.

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