Giovedì 16 gennaio tornano gli appuntamenti con “Anatomie della mente” e “Inclusiv@-Sguardi su eguaglianza e critica sociale”
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Da: Ufficio Stampa Università di Ferrara
Giovedì 16 gennaio alle ore 16.30 nella Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea, (via Scienze, 17), secondo appuntamento dell’edizione 2019/2020 di “Anatomie della Mente, conferenze dei Giovedì di Psicologia”, a cura del Prof. Stefano Caracciolo, Ordinario di Psicologia Clinica di Unife.
La conferenza “Il Potere della Contemplazione: Vita e Opere di Thomas Merton, monaco trappista” sarà tenuta da Andrea Nascimbeni e Stefano Caracciolo.
Qual è lo spazio per la contemplazione nel frenetico XXI Secolo, in cui si resta sempre connessi con la rete, nel frastuono del traffico, in una inflazioni di suoni e musiche che coprono il silenzio?
Per rispondere a questo interrogativo proviamo a ripercorrere le tappe della vita di Thomas Merton (1915-1968). Monaco trappista ‘rivoluzionario’, dopo una gioventù errabonda e disordinata, Merton, laureato alla Columbia University di New York con una tesi sul poeta William Blake, orfano di entrambi i genitori, prende i voti entrando come novizio nel Monastero dei Frati Trappisti del Getsemani a Louisville, Kentucky, USA proprio nel giorno di Pearl Harbour, lo stesso in cui i suoi coetanei entrano in guerra.
Egli sostiene infatti che anche i monaci fanno la rivoluzione ma non nel mondo esterno bensì in quello interiore, nell’anima. E la contemplazione rappresenta lo strumento principe della rivoluzione dell’anima, come nei suoi numerosi scritti sul tema tratterà ampiamente: Nessun Uomo è un’isola, Semi di Contemplazione, Lo Zen e gli Uccelli Rapaci sono solo alcuni dei numerosi suoi scritti che lo renderanno famoso in tutto il mondo, dopo il grande successo della sua autobiografia, La Montagna dalle Sette Balze. Diventerà così amico di Papa Giovanni XXIII e del Dalai Lama, diventerà un eremita che vive ai margini del bosco vicino al suo Monastero, senza acqua ed elettricità ma fornito di una macchina da scrivere in cui ticchettare giorno e notte. I suoi diari, pubblicati per sua volontà soltanto postumi a 25 anni dalla morte, hanno dischiuso elementi inaspettati della sua vita, gettando ulteriori dubbi sulla sua tragica fine, avvenuta in circostanze rimaste misteriose a Bangkok, in Thailandia, dove si trovava per un meeting internazionale.
Beffa finale del destino, a riportarlo al Monastero per l’ultimo viaggio fu un aereo militare statunitense che svolgeva servizio proprio in Vietnam, nella guerra tanto da Merton criticata.
E’ dedicato al tema “I corpi degli altri” il quarto appuntamento con “Inclusiv@ – Sguardi su eguaglianza e critica sociale”, il ciclo di seminari Unife dedicati ai temi dell’eguaglianza e inclusione.
Certamente “materiale”, la corporeità è da sempre anche profondamente intrisa di valenza simbolica. Lo sono, a maggior ragione, i corpi di coloro che da tempo sono “costruiti” come “radicalmente altri”, come quelli dei e delle migranti, sui quali troviamo spesso incisi i segni di una violenza che, talvolta, non si arresta al solo piano simbolico.
Ai saluti di Maria Gabriella Marchetti (Prorettrice Delegata per le Pari Opportunità e la Disabilità dell’Università degli Studi di Ferrara), seguiranno le relazioni coordinate da Daniele Lugli (Movimento Nonviolento, già Difensore Civico della Regione Emilia-Romagna).
Interverranno quindi Rosa Maria Gaudio (Università degli Studi di Ferrara) “I segni sul corpo: valutazione medico legale e tutela dei diritti delle persone migranti”, Orsetta Giolo (Università degli Studi di Ferrara) “Diritto al viaggio? Habeas corpus e migrazioni” e Monica Massari (Università degli Studi di Milano) “Corpi infranti: memorie migranti e processi di rappresentazione nel dibattito pubblico”.
Gli incontri sono promossi dalla Prorettrice delegata alle Pari Opportunità e alle Disabilità Maria Gabriella Marchetti, dal Centro di Ateneo per la Cooperazione allo Sviluppo, dal Comitato Unico di Garanzia, dal Consiglio di Parità, dal Coordinamento Politiche Pari Opportunità e Disabilità dell’Università di Ferrara, con la collaborazione di Agire Sociale.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani