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«Se volete chiamare il Rock’n’Roll in un altro modo, chiamatelo Chuck Berry», così diceva John Lennon riguardo al recentemente scomparso genio della musica.
Chuck Berry fu il primo vero Rock’n’Roller e con hit quali Maybelline, Rock’n’Roll Music, Roll Over Beethoven e l’indimenticabile Johnny B. Goode aprì le porte alla generazione dei giganti, quella di Elvis Preasley, dei Beatles e dei Rolling Stones.

“Deep down in Louisiana close to New Orleans
way back up in the woods among the evergreens
there stood a log cabin made of earth and wood
where lived a country boy named Johnny B. Goode
who never ever learned to read or write so well
but he could play a guitar just like a-ringing a bell.”

Johonny B. Goode è una canzone autobiografica che narra la storia di un ragazzo povero, che vive in una casetta di legno a New Orleans. Privo di denaro e di istruzione, costui ha il dono del talento musicale. Nonostante la sua timidezza è incitato dalla madre a perseguire il sogno della musica.

“Go go! Go Johnny go!
Go! Go Johnny go!
Go! Go Johnny go!
Johnny B. Goode!”

Il ragazzo protagonista, oltre a raffigurare Chuck Berry (che fra l’altro era nato in Goode Avenue, nel Missouri), è metafora del Sogno Americano, del self made man, l’uomo che diventa qualcuno di importante partendo da zero, disegnando il proprio destino e compiendolo tramite i propri sacrifici. Proprio questo è ciò che aveva fatto Chuck Berry:

“He used to carry his guitar in a gunny sack
go sit beneath the tree by the railroad track.
Oh, the engineer would see him sittin’ in the shade
strummin’ with the rhythm that the drivers made
the people passing by, they would stop and say
“Oh my, but that little country boy could play.”

Chuck Berry aveva passato settanta dei suoi novant’anni in musica, suonando con musicisti bianchi e neri, più vecchi e più giovani di lui e, caso più unico che raro, fu riportato al successo dalla stessa generazione che negli anni ’60 aveva preso il suo posto. Con il suo carattere schivo e irrequieto, Chuck rimarrà un’icona della musica intesa come linguaggio universale.

“His mother told him, “Someday you will be a man,
and you will be the leader of a big ol’ band
many people comin’ from miles around
to hear you play your music when the sun go down.
Maybe someday your name’ll be in lights
sayin’ ‘Johnny B. Goode tonight!'”

Johnny B. Goode (Chuck Berry, 1958):

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Fulvio Gandini



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