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Ferrara film corto festival

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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Il presidente della Regione: “Aveva maturato una visione forte e ampia delle ragioni delle crisi mondiali e si era lungamente interrogato sulle risposte che l’Europa avrebbe dovuto offrire”

Un’occasione per rendere un omaggio, pubblico e personale, a Renzo Imbeni. A quel “sindaco del sorriso”, come lo chiamavano tutti a Bologna, in anni drammatici e difficilissimi. A colui che portò in Europa “un pensiero forte e la volontà di aprire una stagione di azione di largo respiro”.
Queste le parole del presidente della Regione Stefano Bonaccini stamani a Bologna, a Palazzo d’Accursio, in apertura della tavola rotonda “Futuro dell’Unione europea e destino dell’euro: sono possibili gli Stati Uniti d’Europa?”, che ha dato inizio alla seconda delle Giornate Imbeni 2015. Un momento di incontro e confronto sulla situazione politica mondiale dopo i recenti attentati di Parigi e, allo stesso tempo, sulle prospettive per l’Unione Europea.
“Impossibile – ha sottolineato Bonaccini – non domandarsi cosa avrebbe detto Imbeni di quanto sta accadendo, come avrebbe reagito all’attacco terroristico e quale strada avrebbe indicato all’Europa; lui che, più di dieci anni fa, era ben consapevole di come un’Unione Europea capace di diventare ‘luogo di incrocio di reti culturali’ dovesse proporsi obiettivi politici, militari ed economici di carattere generale”.
Da tempo, prima ancora di diventare vicepresidente del Parlamento Europeo, Imbeni aveva maturato “una visione forte e ampia delle ragioni delle crisi mondiali e si era lungamente interrogato sulle risposte che l’Europa avrebbe dovuto offrire”. E in quest’ottica, ha aggiunto il presidente, “ha fatto molto, con razionale passione, per promuovere la formazione di un senso comune sovranazionale, per costruire una nuova modalità di cittadinanza, equilibrata e aperta, per sburocratizzare l’Unione arricchendola di sostanza politica, per ritrovare una sintesi, tra economia e cultura. Per pensare un’Europa istituzionalmente forte e unita, amica del mondo. Questa – ha concluso Bonaccini – è l’eredità che ha lasciato a tutti noi, il messaggio che spero sapremo tutti raccogliere e tradurre in realtà”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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