Da Ufficio stampa Coordinamento Nazionale
Docenti della Disciplina Diritti Umani
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata Mondiale dell’Africa 2018 avverte la necessità di ricordare che il 25 maggio si celebra la nascita dell’Organizzazione internazionale dell’Africa, data solenne che il nostro paese ha onorato con una serie di eventi nelle principali città italiane. Ma prima di entrare nel vivo delle attività che si sono svolte, facciamo un breve exursus storico. L’Organizzazione dell’Unità africana soffia 55 candeline. Essa nacque nel 1963, in Etiopia. Nella caldissima Addis Abeba, infatti, si decise di fondare una organizzazione che unisse gli stati indipendenti africani. Furono 30 i paesi che firmarono lo statuto dell’Unione Africana. Haile Selassie, imperatore d’Etiopia, e secondo le tradizioni discendente di Salomone, fu il primo presidente e l’anima dell’organizzazione. Da allora, negli anni, molti sono stati i paesi che hanno ricordato il raggiungimento di questa data storica. Anche l’Italia, in linea con gli altri stati, celebra quindi la nascita dell’organizzazione con una serie di eventi che coinvolgono il nostro paese da nord a sud e che vanno dalle conferenze, alle mostre, fino a spettacoli che interessano molteplici discipline artistiche. L’obiettivo è promuovere la cultura e la storia di un continente che non è poi così lontano dall’Italia: basta salire sulle alture della bella Pachino (Siracusa) e guardare verso l’orizzonte per scorgere, in lontananza, la terra africana! Ma vediamo nel dettaglio, i programmi degli eventi, a nostro avviso, più rilevanti.
L’Università degli Studi di Cagliari, il 18 maggio, ha spalancato la sua aula magna per ospitare un interessante convegno intitolato “Il corno d’Africa verso un nuovo futuro” che ha attirato i docenti di prestigiose università italiane. La città di Torino, invece, ha puntato molto sulle attività didattiche di approfondimento e solidarietà rivolte alle scuole secondarie di I e II grado. Infatti, grazie al contributo del Museo Nazionale del Cinema, la città della Mole Antonelliana, il 25 maggio, propone la proiezione del film “Balon”, del giovane regista Pasquale Scimeca ospite in sala, e la possibilità di mettersi in contatto diretto con i bambini del villaggio dove è stato girato il film. L’intero incasso della vendita dei biglietti sarà devoluto alla costruzione della scuola del villaggio in questione. Spostandoci a sud, invece, scopriamo che in Calabria l’Auditorium di Cosenza esploderà in un tripudio di colori, suoni e profumi allo scopo di ricreare le atmosfere africane. In questo scenario decisamente suggestivo la danza e la musica, regine incontraste dell’evento, ripercorreranno la storia e la cultura del continente. A seguire, ci saranno degustazioni della cucina popolare che concluderanno la poderosa iniziativa.
Il Coordinamento ha apprezzato molto le iniziative organizzate da più parti d’Italia per l’Africa Day. L’Africa è il continente da cui l’umanità ha mosso i primi passi, è un continente dalle straordinarie ricchezze e potenzialità, un continente però sempre più spesso trascurato, accantonato e soprattutto depredato da multinazionali che foraggiano, mantenendoli in vita, regimi che non consentono la crescita economica e sociale delle comunità, perché si nutrono del degrado e della corruzione locale. La situazione geopolitica per quanto riguarda i paesi più poveri dell’Africa come la Sierra Leone, la Nigeria, la Liberia, la Repubblica centrafricana e tanti altri ancora, continua ad essere interessata da gravi tensioni sociali, scontri armati e violazioni diffuse dei diritti umani. I caratteri comuni di questi paesi continuano ed essere gli stessi: guerra civile, povertà totale, assenza delle più elementari norme igienico-sanitarie e malattie mortali che incidono sul già compromesso tasso di mortalità. Ecco dunque che l’unica fiammella della speranza, nel buio della morte, è rappresentata dalla fuga. Il resto lo conosciamo. Il resto è costituito dai continui sbarchi, sempre in aumento, sulle cose italiane, sbarchi dai tragici epiloghi a cui il nostro paese ha più volte risposto alzando la voce verso una Europa sorda. Ma come spesso accade, in un coro di voci qualche voce non si sente perché è coperta. Tanti, troppi sono gli interessi che riguardano la questione dei migranti. Noi non abbiamo la pretesa qui e ora di fornire suggerimenti di natura politica, economica e sociale. Noi siamo solamente convinti che la scuola, tante volte, possa riuscire ad offrire una visione diversa del mondo a chi ha la fortuna di poterla frequentare. Per questo siamo sostenitori di una scuola che impieghi maggiori energie e dedichi una maggiore considerazione ai bambini africani minori. Questi ultimi hanno bisogno di interventi didattici mirati che non si esauriscano solo nei piani per i bisogni educativi speciali o in qualche ora di studio in più della lingua italiana. Occorre l’inclusione, quella vera. La scuola può farlo e deve farlo. La scuola deve offrire maggiore disponibilità e comprensione verso gli studenti che provengono dai più remoti paesi dell’Africa e che si trascinano dietro, storie talvolta drammatiche di infanzia negata. Il CNDDU sensibile alle tematiche che favoriscono l’integrazione tra i popoli, ribadisce la necessità di promuovere progetti che coinvolgano sempre più i cittadini, perché l’integrazione e la cooperazione dei popoli non siano più concetti astratti di inapplicabili politiche sociali, ma valori che possano radicarsi nella nostra società. Per questo, approfittando della giornata celebrativa, propone a tutti i docenti della scuola italiana di I e II grado (ma anche ai docenti della primaria) un’attività simbolica per l’Africa Day, che si potrebbe intitolare “La mia Africa” (riprendendo il titolo dello straordinario libro di Karen Blixen ), e strutturarla in tre ambiti, Fauna-Sport-Arte, e indirizzare poi gli alunni a una ricerca/gioco con l’ausilio del pc o dello smartphone. Il risultato sarebbe interessante, perché passerebbe un messaggio semplice e chiaro: le affascinati giraffe che la natura ci offre, i calciatori più forti dei club sportivi italiani, le treccine che tanto adorano gli adolescenti e i cibi esotici che stiamo accogliendo nella nostra cucina, tutto questo, insomma, è Made in Africa, è il suo regalo per noi.
All’Organizzazione internazionale dell’Africa invece, va il nostro augurio affinché quest’ultima possa (ri)trovare il suo posto nella storia in sintonia con tutti i paesi, ma soprattutto l’augurio più grande che il cnddu si sente di fare è che la conquista dei Diritti Umani possa trascinare il continente verso tutte le bellezze che l’Africa merita.
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