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Giornata della memoria: Omocausto

Articolo pubblicato il 25 Gennaio 2019, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Arcigay Ferrara

Nella Germania nazista la persecuzione di gay e lesbiche si trasformò in un vero e proprio sterminio che prende il nome di OMOCAUSTO. Durante il regime nazista si stima che morirono nei campi di concentramento 50.000 uomini omosessuali o presunti tali, travolti dalla folle idea di “selezione razziale”. Gli uomini omosessuali venivano deportati nei campi di concentramento e sterminio, identificati con un triangolo rosa sulla divisa di prigionia, e costretti a subire aberranti esperimenti medici, torture ed umiliazioni fino alla morte nelle camere a gas. Le donne non subirono la stessa persecuzione sistematica, ma molte furono prima rinchiuse in ospedali psichiatrici e poi deportate nei campi di concentramento, considerate come persone asociali, e insieme a prostitute e oppositrici politiche venivano identificate con un triangolo nero, e la loro sorte fu per la maggiore la morte. In Italia gli omosessuali furono perseguitati dal regime fascista in maniera diversa, meno cruenta ma non per questo meno efficace. Non fu pianificato lo sterminio di massa, ma furono migliaia coloro che subirono il confino in base alla discrezionalità della polizia. Le discriminazioni continuarono anche dopo la caduta del regime nazista e di quello fascista. Ad oggi, nonostante la conquista di molti diritti, non si è ottenuta la pari dignità come individui e cittadini.

Arcigay Ferrara, presso la sede di Via Ripagrande 12, per non dimenticare organizza una giornata, a partire dalle 16.00, con la proiezione dei film “Una giornata particolare”, il documentario “Paraghraph 175” e “Gli occhiali d’oro”. Alle 18,30 e alle 20,30 con la collaborazione del Ferrara Off Teatro, Marco Sgarbi leggerà alcuni passaggi del romanzo “Gli Occhiali d’oro”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani