da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
L’assessore Marzocchi: “Nel nostro paese è possibile creare le condizioni perché l’accoglienza delle persone richiedenti asilo superi i canoni dell’intervento emergenziale”. I dati dell’Emilia-Romagna, “terra d’asilo”
“Passare dalla gestione dell’emergenza a un progetto di sistema”. È questo l’auspicio dell’assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna Teresa Marzocchi in occasione della Giornata del rifugiato, che si celebra oggi, 20 giugno, in tutto il mondo. “Un passaggio obbligato e da fare subito – sottolinea l’assessore – , che serve in primo luogo a salvaguardare le condizioni di dignità e civiltà, sia di chi è accolto che di chi accoglie”. Marzocchi è intervenuta stamani a Roma all’iniziativa organizzata dall’Unhcr, a Palazzo Senatorio; erano presenti Laurens Jolles (delegato Unhcr per il Sud Europa), Filippo Bubbico (viceministro ministero dell’Interno) e Lapo Pistelli (viceministro ministero Affari Esteri). La giornata è iniziata con la visita alla mostra fotografica itinerante “The European Dream: road to Bruxelles” allestita su un tir e che farà tappa in diverse città italiane prima di raggiungere Strasburgo e Bruxelles.
“Nel nostro paese – ha ricordato l’assessore – è possibile creare le condizioni perché l’accoglienza delle persone richiedenti asilo superi i canoni dell’intervento emergenziale per diventare un sistema organico, strutturato, sostenibile: la volontà c’è e da tempo. Fin dal termine dell’emergenza Nord-Africa, infatti, sia come istituzioni – e l’Emilia-Romagna su questi temi è di riferimento – sia come rappresentanze dei diversi enti della società civile, ci siamo attivati per costruire un percorso alla luce dei successi e degli errori del passato”.
Il primo dato positivo è rappresentato dalla costituzione del Tavolo nazionale presso il ministero dell’Interno. “Certo un gran passo avanti – prosegue Marzocchi – per la possibilità di costruire proposte e risposte condivise”, ma non basta: è necessario andare verso l’assunzione “di una responsabilità condivisa anche nel livello sovrannazionale di tutto il tema migratorio – conclude l’assessore – . Solo così si potrà realizzare un’Europa più aperta e più giusta, che sia non solo della moneta e dell’economia, ma delle persone e delle culture”.
Emilia-Romagna, terra d’asilo. I dati
Prima Regione a inserire esplicitamente i rifugiati tra i destinatari degli interventi previsti dalla legge per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati (legge regionale 5/2004), l’Emilia-Romagna si contraddistingue come una “terra d’asilo”, per le numerose iniziative volte a rendere effettivo questo diritto fondamentale. Secondo i dati comunicati dalle Questure dell’Emilia-Romagna (escluse le Questure di Piacenza e Rimini), sono 3.765 i permessi di soggiorno attivi al 31/12/2013- leggermente in calo rispetto al 2012 – rilasciati a favore di immigrati bisognosi di protezione, sotto diverse forme: richiesta di asilo, Regolamento di Dublino, status di rifugiato, protezione sussidiaria e umanitaria. Persone, dunque, che non si trovano nel nostro Paese per motivi di lavoro, famiglia, studio, ma perché in fuga da persecuzioni individuali (religiose, politiche, etniche, di genere), da guerre o da violazioni generalizzate dei diritti umani.
Il dato certamente non esaurisce il totale delle presenze dei rifugiati in Emilia-Romagna: poiché sul territorio regionale vivono persone con permessi di soggiorno rilasciati da altre Questure (tipicamente quelle del Sud Italia, le zone di sbarco), e poiché la rilevazione non include le persone arrivate già a partire dai primi mesi del 2014 in seguito all’avvio dell’operazione “Mare Nostrum”. Le presenze risultano essere suddivise in maniera abbastanza equa tra i diversi territori provinciali, nello specifico: Bologna: 1.079; Ferrara: 332; Forlì-Cesena: 157; Modena: 711; Ravenna: 377; Parma: 523; Reggio Emilia: 586.
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