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ROMA – Le domande cautelari contro la mappatura dei luoghi sensibili sono state respinte, ma «i giudizi di merito restano intatti nei loro presupposti» e un’eventuale sentenza a favore dei gestori «potrebbe presto generare un contenzioso da 8-9 miliardi di euro (il valore approssimativo dell’asset “sale da gioco” in Emilia Romagna)». È quanto sottolinea l’associazione di gestori Astro dopo le ordinanze del Tar Emilia Romagna, che ha confermato l’obbligo di distanze minime (almeno 500 metri) tra le sale da gioco e i luoghi sensibili. Finora, si legge in una nota dell’associazione, «la solidità della tutela giudiziaria di cui fino ad oggi hanno beneficiato gli Enti Territoriali, si rivela appesa a qualche formalismo documentale e, quindi, potenzialmente controproducente». In questo contesto «l’interlocuzione politica con la Regione diventa centrale: non solo per tutelare un pezzo di economia del territorio e del settore, ma anche per non far correre ai cittadini il rischio di pagare un prezzo troppo alto per la solidarietà giudiziaria accordata dal Tar alla “causa” del contrasto alla ludopatia». Attraverso il confronto con la Regione, invece, «si sensibilizzeranno le istituzioni regionali affinché certe prospettive di conflittualità siano disinnescate, ad esclusivo beneficio della collettività, dell’economia del territorio e della prevenzione».

Nelle prossime settimane, a partire dall’appuntamento di domani a Ferrara, Astro darà il via a un ciclo di incontri con i comuni dell’Emilia Romagna per illustrare «la reale portata di una situazione che potrebbe presto degenerare in condizioni di gran lunga peggiori di quelle a cui si è arrivati in Piemonte (Regione in cui si assiste già a più di un ripensamento sulla validità della scelta abolizionistica adottata dalla normativa)» e «la possibilità di mettere a disposizione della collettività apparecchi da giochi evoluti, pensati per bar e tabacchi e in grado di assicurare la tutela del giocatore».

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