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Lo so, è difficile trovare un angolo di allegria dentro la tragedia che stiamo attraversando, ma un comunicato stampa arrivato negli ultimi giorni in redazione mi ha fatto sorridere. Di più: mi ha allargato il cuore.
Il Comunicato di AGIPRO (che sarebbe L’agenzia Stampa Giochi e Scommesse) merita di esser pubblicato per intero.
“Effetto Covid sulla spesa e sulle entrate erariali dei giochi. La chiusura prolungata dei punti fisici nel 2020 e la crisi economica hanno portato a un calo del 35% delle giocate, con una spesa complessiva – secondo i dati dell’industria elaborati da Agipronews – crollata da 19,4 a 12,5 miliardi di euro. Il primo lockdown di marzo aveva visto la chiusura di sale giochi e scommesse su tutto il territorio nazionale per oltre tre mesi. A questo, si è aggiunto un secondo stop, scattato lo scorso ottobre e tuttora in corso. In totale, nel 2020, il settore retail (agenzie di scommesse, sale slot, Bingo) ha registrato un calo del 43%: a subire il danno maggiore sono gli apparecchi (slot e Vlt), che registrano un crollo del 54% rispetto al 2019 (a 4,7 miliardi di euro). A seguire, le scommesse, con una diminuzione del 36% della spesa, che si assesta a 800 milioni di euro, mentre lotterie e Bingo hanno perso il 25%, fermandosi a 4,4 miliardi. La chiusura del retail ha “spostato” parte dei giocatori verso l’offerta online, che registra nel 2020 un aumento della spesa del 39% a quota 2,5 miliardi. Il blocco della raccolta nei punti fisici , prosegue agipronews,si è tradotto in un drastico calo delle entrate: nel 2019 gli incassi statali dai giochi avevano superato gli 11 miliardi di euro, secondo i dati del Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane. Considerando la chiusura dei punti gioco per oltre cinque mesi nel corso del 2020, alla fine dell’anno la stima dei ricavi fiscali per lo Stato è di poco superiore ai 7 miliardi, con un “buco” di 4 miliardi di euro.
Insomma, secondo AGIPRO: una tragedia nella tragedia: nel 2020 Lo stato Italiano incasserà dai vari giochi “poco più di 7 miliardi”, rispetto agli 11 miliardi del 2019. E meno incasseranno le società che gestiscono giochi e scommesse, Lottomatica in testa.

A me pare invece una bellissima notizia. Se potessimo uscire dal tunnel del Covid-19 senza macchinette mangiasoldi, senza roulette, senza lotterie nazionali, senza superenalotto, senza centinaia di migliaia di ludopati disperati, vorrebbe dire che a una cosa, almeno a una cosa, questa paurosa pandemia è servita.
Naturalmente è solo un sogno. Sembra che lo Stato non possa fare a meno di ‘stare al banco’ per spennare gli italiani.

Sappiamo che giocare è una grandissima e a volte diabolica tentazione. E per alcuni (tanti) una malattia, come ci racconta Fedor Dostoevskij ne Il Giocatore scritto più di 160 anni fa. Ora, come nella Russia zarista, lo Stato continua a recuperare risorse alimentando e pubblicizzando il gioco d’azzardo.
Da qui, anche da qui, il tanto lamentato senso dello Stato di cui darebbero prova i cittadini della Repubblica. Ma si può confidare in uno stato biscazziere?

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it