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L’INTERVENTO
Lidi ferraresi, “una passerella per evitare la traversata torrida”

Articolo pubblicato il 7 Agosto 2015, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


da: Gianni Venturi

Le condizioni dei Lidi ferraresi o comacchiesi ( fate voi) stanno procurando disagi assai forti ai villeggianti e alla popolazione agé per usare un termine elegante e non punitivo. Non solo per lo sgradevole odore che tutto impregna e le cui cause sembrano essere per ora sconosciute come il triangolo delle Bermuda ma anche per la “traversata” che in questi giorni di calura provoca traumi e preoccupazione a chi ormai deve stare attento alla propria salute.
Che significa affrontare anche alle 9 di mattina il percorso che lo dovrebbe portare all’ombra salutifera del suo ombrellone in prima fila da cui si gode la vista insuperata dei baracchini dei dannati della terra che vendono a prezzi farlocchi le immagini degradate di un lusso per poveri ormai sdegnato anche, direbbe il sommo Arbasino, dalla “casalinga di Voghera?
La traversata ancor più pericolosa di quella celeberrima di Parigi, soggetto di uno splendido film di molti decenni fa, comporta per la sua interminabile lunghezza, aritmia, sudorazione, giramento di testa facilmente pronosticabili vista la temperatura e la distanza.
Ecco allora che avanzo una modesta proposta ( non per eliminare i pensionati col sole che uccide) ma per preservarli a più utili destini quale quello di scambiare due chiacchere col vicino d’ombrellone o sgridare amorevolmente nipoti e pronipoti che secondo l’eterna cultura italiana debbono sottostare alle regole del bagno imposto dai sudati e affannati nonni e parenti che dopo la traversata s’abbattono come birilli sotto l’ombra riparatrice perdendo d’autorità e di forza.
Perché i bagni non costruiscono una passerella esclusivamente riservata alle biciclette con opportuno ricovero e rastrelliere prima della linea degli ombrelloni? Un progetto semplice che potrebbe essere aiutato dal ricavato dei posteggi che quest’anno è stato imposto –e giustamente- se lo scopo fosse quello di rendere più agevole la vita dei villeggianti.
Ma già immagino i lacci e i lacciuoli che una proposta così semplice provocherà tra gli amministratori e i concessionari dei bagni
Perciò colleghi villeggianti fatevi forza e affrontate il deserto e l’inferno. Chissà che in premio non vi tocchi una collanina gratis.

Gianni Venturi

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani