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Rifiuti e acqua sono comparti strategici in cui prevale l’esigenza di soddisfare bisogni individuali, ma su cui pesano importanti esigenze ambientali collettive connesse all’utilizzo sostenibile delle risorse naturali e dunque riconducibili a linee di politica ambientale.
Le forti implicazioni territoriali di questi due settori sono evidenti così come fondamentale è l’esigenza di ricercare soddisfacenti soluzioni locali. Si tratta di una importante scelta di fondo perché fa prevalere la componente ambientale rispetto a quella del mercato dei servizi pubblici. E’ sentita dunque la necessità di affrontare questo comparto con riguardo all’impatto sull’ambiente e al contempo con modalità di gestione attente all’efficienza produttiva e all’organizzazione industriale. Entrambi i settori risentono infatti di una cronica carenza di servizio e di regolazione dell’offerta; deve dunque essere ricercato un necessario equilibrio tra soddisfazione di bisogni ambientali collettivi ed esigenze di politica industriale. Se da una parte dunque è riconosciuta una reale arretratezza del settore dall’altro lato però complessivamente si deve considerare come il settore sia economicamente interessante e soprattutto socialmente indispensabile. Il forte processo di trasformazione in atto è quindi promosso da spinte marcatamente innovative sia istituzionali che imprenditoriali orientate a favorire la realizzazione di sistemi integrati, di ambiti territoriali omogenei, di sviluppi impiantistici con coinvolgimento industriale.
E’ in crescita comunque la gestione integrata dei servizi energetici ed ambientali sia per i processi di unificazione avvenuti in molte città sia per la costante implementazione delle competenze operative delle aziende pubbliche che nel tempo stanno sviluppando crescenti capacità competitive su un mercato complessivo dei servizi collettivi. La modernizzazione passa infatti attraverso la capacità di accedere a risorse (economiche, tecnologiche, umane) che si originano su mercati sempre più dinamici ed aperti; ai gestori si chiede di realizzare cicli tecnologici sofisticati e di organizzare la filiera. Mentre la competizione non è più quella tra modelli organizzativi (ad esempio pubblico-privato), ma tra filiere tecnologiche, variamente coordinate e integrate, nelle quali pubblico e privato non sono antagonisti, ma funzionali l’uno all’altro. Si sta avviando dunque un contesto altamente dinamico nel quale si mescolano efficacemente molte variabili che vanno dalla efficacia della pianificazione, alla capacità di ottenere consenso, al legame con il territorio, alla capacità organizzativa, a cicli tecnologici sofisticati, alla capacità di aggregare settori contigui (mercato materie seconde, produttori-distributori…), all’accesso a risorse economiche, finanziarie, umane, tecnologiche in un mercato competitivo spesso internazionale. Nel quadro di economie aperte occorre avere una forte capacità di innovazione delle istituzioni e degli strumenti di governo del territori; definizione di progetti di sviluppo, ricerca di soluzioni ai problemi di coordinamento (di politiche, di strumenti e di risorse) e di compartecipazione (di soggetti pubblici e privati) a livello territoriale.
L’obiettivo è di migliorare l’efficienza economica e la qualità dei servizi idrici integrati e dei servizi di gestione dei rifiuti urbani, insieme.

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it

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