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Ci sono alcune parole che sono state depurate della inevitabile ambiguità che concerne (quasi) ogni vocabolo, a seconda del contesto in cui viene inserito. Nel linguaggio collettivo di massa riferito al lavoro, una parola è diventata positiva per definizione: flessibilità. Peccato che non venga contrapposta alla rigidità, ma alla sicurezza.

“Flessibilità è una parola che suona bene…e quindi si presume che sia una cosa buona. Ma in realtà flessibilità significa precarietà. Vuol dire andare a dormire senza sapere se al mattino avrai ancora il tuo posto di lavoro. Naturalmente, qualsiasi economista sarà in grado di spiegarvi che si tratta di una buona ricetta per l’economia, e infatti lo è se si tratta di aumentare i profitti, ma non per migliorare il tenore di vita della gente.”

Noam Chomsky

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Nicola Cavallini

E’ avvocato, ma ha fatto il bancario per avere uno stipendio. Fa il sindacalista per colpa di Lama, Trentin e Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.


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