A Monaco di Baviera siamo stati lontani dall’ epicentro dell’alluvione che ha colpito nei giorni scorsi gran parte dell’ ovest della Germania vicino al confine belga. Ma le immagini e le notizie della “tempesta storica“ che ha cambiato in una notte un paesaggio talvolta favoloso, trasformandolo in una zona che sembra bombardata, sono davvero sconcertanti.
Con la pandemia Covid – che si sta allargando di nuovo in quasi tutta la Germania – adesso, un fortissimo colpo climatico scuote dalle fondamenta la finora stabile società tedesca. In aggiunta si può registrare la crescita di una forte onda populista che sconvolge l’opinione pubblica.
In Germania, negli ultimi anni, la difesa dei risultati raggiunti con l’ultimo boom economico è diventata quasi una religione che ha avuto effetti in tutta l’Europa. Adesso, con il Covid e il recente disastro climatico, si sente dappertutto il crollo di un mito. Fra poco anche gli anni d’oro dei governi Merkel (“la buona zia Angela”) saranno consegnati all’ archivio storico della memoria tedesca, ma nessuno sa cosa succederà nel prossimo futuro.
Nella generazione democristiana del dopo Angela non c’e nessun uomo forte e carismatico come la Merkel. Anche il peso del colore rosa all’interno del partito democristiano si sente oggi molto di più a causa della passata presenza di una donna forte al vertice del partito. Ma non si vede oggi sotto il cielo democristiano una donna come possibile successore di Angela.
Molto probabilmente il prossimo cancelliere della Germania sarà Armin Laschet, il sempre allegro Presidente della Regione Nord Reno Westfalia; si tratta certo di un esperto dell’apparato politico che tuttavia non gode di una stima diffusa anche dentro il partito stesso. Cattolico nella tradizione di Adenauer, indeciso verso l’ala destra più dura del partito, durante la pandemia ha cambiato, talvolta da un giorno ad altro, la sua strategia.
Sicuramente i Verdi rappresentano un forte peso nella politica tedesca dei prossimi anni malgrado abbiano perso molto durante la campagna elettorale a causa degli sbagli di comunicazione e presentazione pubblica. Essi sono ben preparati e pragmatici al livello regionale e locale, ma non per guidare un colosso economico come la Germania al livello nazionale. Inoltre, poiché il partito dei Verdi ha dimostrato sempre grande competenza nel campo ecologico, il suo riconoscimento sta crescendo di nuovo dopo l’alluvione di luglio.
Nonostante un bravo, serio ma anche noioso candidato (l’attuale ministro per le Finanze Olaf Scholz), il partito socialdemocratico SPD non fa parte del gioco di potere nell’era dopo-Angela; il partito di Willy Brandt era un elefante nel passato ma oggi ha al massimo la forza di un cane da caccia.
In crescita sono i liberali con un leader sfacciato e un programma neo-liberalista Doc. Insomma, la Germania ha davanti a sé un futuro molto instabile dopo l’era Merkel.
E quella incertezza avrà sicuramente un impatto per tutta l’Europa.
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Carl Wilhelm Macke
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