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Ridere insieme. E’ una delle cose che ti avvicina di più alle altre persone. Ridere è riconciliante, meglio ancora se, chi ti fa ridere, è capace di ridere di sé. A Ferrara per tre giorni c’è stato il festival di cultura Lgbt, alla sua terza edizione, che forse sarebbe più bello chiamare semplicemente Tag festival o magari festival Arcobaleno, che è un po’ più pronunciabile, evocativo e soprattutto leggibile (Lgbt è una terribile sigla e sta per lesbiche gay bisessuali e trans). Però una bella idea, una bella organizzazione con tante iniziative, incontri, spettacoli. Tra molte cose interessanti, Alessandro Fullin, comico di Zelig, che in sala Estense mette in scena il suo spettacolo “Fullin legge Fullin”. Da solo, sul palco, Fullin fa – appunto – ridere, ridere anche di sè e insieme a lui di tutto quello che succede e che gli è successo e che ruota sempre attorno al tema dell’omosessualità. Alla fine pensi che deve essere davvero una meraviglia essere gay, perché tutto diventa così gioioso, divertente e autoironico. Le sue battute lo raccontano meglio di ogni altra cosa.

Infanzia. Ricordi di bambino. “Alessandro finisci tutto quello che hai nel piatto, altrimenti arriva l’uomo nero”. Ma quanto lo ho aspeeettato! Neanche una cartolina, invece…

Studi. Ho fatto il Dams a Bologna. Tutti noi scoppiati abbiamo fatto il Dams e ci radunavamo lì, perché c’era solo a Bologna. L’ho finito così [schiocca le dita], in dodici anni. Con quel che ho dato in tasse universitarie potevo comprarmi una villa palladiana.

Animali da compagnia. Avete mai visto un gay con un cane lupo? E’ geneticamente impossibile. Tutti i gay amano i chihuahua, quelle piccole pantegane pelose. Un cane che non fa bau: fa shopping. Agli altri cani basta che gli mostri il guinzaglio e capiscono che devono uscire. Il chihuahua no. Per convincerlo devi dirgli “dai, vieni, che devi fare un’intervista per Vanity fair”. E, ai giardinetti, mica puoi buttargli un bastone. Devi lanciargli la carta di credito!

Libro di cucina gay. Sì, c’è anche la cucina gay. Io ho fatto un libro di cucina gay. Perché? Perché vanno i libri di cucina! E se non fai un libro di cucina, non vendi niente. Quindi questo libro è una truffa. Io vivo in un appartamento di 58 metri quadrati e ho una cucina che va da qui a qui, con sopra il micro-onde, dove getto dentro le carote, giro la manovella e le mummifico. Allora ho chiesto aiuto a un amico, che abita in 30 metri quadrati, in via Castiglione, e cucina magnificamente. Mi fa “sì, sì, se mi dai mille euro lo faccio”. Caaari amici. Lui non va a comprare il cubetto di lievito al supermercato. Lui fa il lievito naturale, di notte. Metti la sveglia e ogni quattro ore vai a cercare le spore in giro per casa. Ma secondo te, un eterosessuale lo fa? Mannò, solo un gay fa una follia così stupenda. E’ una cucina che ha anche termini specifici, come “frullare”, che sta per agitarsi in cucina in preda al panico mentre senti gli ospiti suonare il campanello. Qualche piatto dall’indice: la Ribollita sarai tu, Indivia da Tiffany, Curry Grant, Arancia Lear. Quando ho scritto questo libro è uscita una polemica su facebook. Perché? Forse che i gay mangiano diversamente dagli etero? Ma naturalmente no, era un paradosso, io ho lo stesso sistema digestivo della Camusso (sono i colpi di sole, che sono diversi).

Visite & mostre. C’è chi va a vedere la Sacra Sindone per tanti motivi. Io, per vedere com’è stirata.

Unioni civili. Il mio sogno è il matrimonio religioso. Perché se trovassi un uomo che mi dice sì per tutta la vita, penserei: “Dio esiste!”. Peccato, però, che non mi hanno detto subito che non potevo sposarmi in chiesa: avrei puntato tutto sulla Cresima.

Coming out. Ho sempre desiderato fare “coming out”. Ma non ci sono mai riuscito. Ogni volta che provavo a farlo, tutti a dire: massìììì, lo sappiamo…! [occhi al cielo e aria rassegnata]

Twitter. Ho scoperto il mondo di Twitter. Un giorno leggo su Repubblica che tutti scrivono su Twitter. Anche le persone un po’ in là con gli anni: anche Ornella Vanoni. Allora mi sono iscritto a Twitter per vedere cosa scriveva un mito assoluto come Ornella Vanoni. E ho scoperto che se sei un personaggio così, non è che hai bisogno di pensare delle cose stupefacenti. Il suo primo twit era “Oggi ho frullato un caco”; e ha 50mila followers! Io che tento di scrivere delle frasi che abbiano un senso, ne ho 10mila. Ecco alcuni dei miei twit.

Quando Dio distrusse Sodoma, tutti capirono che non era mai stato a Mykonos. I Testimoni di Geova avrebbero bisogno di un nuovo comandamento: non desiderare di suonare il campanello altrui. Il peccato originale è stato il peccato più bello, e ce lo siamo persi…! Si può amare ad ogni età, semplicemente a un certo punto si capisce che non si ha più fiducia nei sedili ribaltabili. Se il primo cacciatore fosse stato omosessuale, oggi avremmo ancora il piacere di avere i mammut.

Similitudini. Nei fotoromanzi (che tutti leggevamo in famiglia), la mia preferita era Michela Rocca, espressiva come Giovanni Rana. Essere felici: come Benedetta Parodi, quando separa un albume da un tuorlo.

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.


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