Fusione Asl-Sant’Anna, Sensoli (M5S): “Troppe Criticità. Serve una verifica attenta sui benefici”
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da: Ufficio Stampa M5S Emilia-Romagna
Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, ha presentato una interrogazione sul progetto di fusione. “Dimissioni Baradasi frutto anche dello scontro con il dg Carradori su questo tema. Puntare di più su integrazione dei servizi”.
“La fusione tanto decantata tra ASL e azienda ospedaliera a Ferrara potrebbe comportare più criticità che benefici. Si tratta di un passaggio delicato che andrebbe approfondito al meglio tenendo conto che forse sarebbe più efficace proseguire sulla strada di una integrazione dei servizi, sia amministrativi che sanitari”. È questa la proposta di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, riguardo al progetto di fusione tra Asl di Ferrara e Azienda ospedaliera Sant’Anna, contenuta in una interrogazione rivolta alla Giunta. “In queste ultime settimane il dibattito sull’ipotesi di fusione si sta facendo sempre più pressante – spiega Raffaella Sensoli – tanto che qualcuno ha anche ipotizzato che dietro alle dimissioni improvvise del direttore dell’Asl di Ferrara, Paola Bardasi, ci siano proprio dei profondi contrasti con il direttore generale Carradori su questo tema. Dubbi che nutriamo anche noi visto che, come possono testimoniare diversi esempi, quando due realtà si fondono per creare una mega struttura le criticità superano di gran lunga i benefici, soprattutto quando si tratta di due strutture che non sono per niente simili”. Per la consigliera regionale del M5S per promuovere e disciplinare l’integrazione dell’attività di cura, assistenziale, formativa e di ricerca tra il servizio sanitario regionale e le Università emiliano-romagnole occorre definire le linee generali della partecipazione delle università alla programmazione sanitaria regionale, nonché impegnare la Regione e le Università alla programmazione concertata su un modello diverso da quello attuale che non è costruito in previsione di fusioni tra ASL e strutture sanitarie universitarie. “Se da un lato le fusioni comportano potenzialmente alcuni innegabili vantaggi, per altri versi la maggiore dimensione non è sempre un bene, sia per criticità gestionali che la crescita dimensionale genera, sia per gli incentivi impliciti che pone sull’attuazione di strategie di consolidamento orientate al breve termine, a danno dello sviluppo di più lungo periodo – aggiunge Raffaella Sensoli – Per questo chiediamo alla Giunta di fare chiarezza sia sul metodo che si sta portando avanti con il progetto di fusione e sia sul merito, elencando magari quali sono i risparmi previsti negli accorpamenti e nelle fusioni fino a questo momento realizzate. Ecco perché servirebbe una verifica puntuale delle reali opportunità praticabili, alla luce delle rispetto delle norme in essere che sembrano non prevedere la possibilità di unificare l’azienda territoriale con l’azienda ospedaliera dove è presente un terzo soggetto, come l’università”.
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